AMARCORD – NAPOLI-ROMA, ORA O MAI PIÙ!
il 7 Mar 2014, 22:18
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Domenica sera il Napoli avrà l’ultima occasione per inseguire il secondo posto; la Roma torna al San Paolo dopo la sfida di Coppa Italia vinta dagli azzurri per 3-0. Il Napoli deve però dimenticare quel successo agevolato dal pessimo approccio alla partita da parte dei giocatori guidati da Garcia.
In campionato è tutt’un’altra storia; la Roma, all’inseguimento della capolista Juve (ambizione non meno velleitaria del secondo posto del Napoli), non farà calcoli. Non scenderà al San Paolo per limitare i danni come nella semifinale di Coppa visto il disastroso risultato ottenuto. La Roma è la seconda forza del campionato e ciò, paradossalmente, potrebbe dare alla squadra di Benitez quella fame in più data la difficile digeribilità di squadre di piccolo calibro.
L’anno scorso i giallorossi giocarono al San Paolo il 6 gennaio reduci da una tournée negli Stati Uniti; già stanchi per il lungo viaggio furono travolti dal ciclone Cavani ed il risultato fu un impietoso 4-1: tripletta del Matador, gol della bandiera di Osvaldo, poker di Maggio al 90°.
Questa larga vittoria vendicò l’inattesa sconfitta del 18 dicembre 2011: Napoli-Roma 1-3. I capitolini guidati dall’incompreso Luis Enrique sfoderarono forse la miglior prestazione stagionale e dopo tre minuti erano già in vantaggio. Gol di Lamela con la complicità di De Sanctis (errore simile a quello che favorì la marcatura di Higuaìn in Coppa) quindi al 59° raddoppio di Osvaldo. Hamsik riaccese le speranze azzurre prima del 3-1 di Simplicio con sfortunata deviazione di Cannavaro.
Mazzarri allargò le braccia come dire “Quando è destino che si deve perdere…”
Procedendo a ritroso troviamo il 2-0 del Napoli datato 3 ottobre 2010 con due reti del neocapitano Hamsik ed il 2-2 risalente al febbraio 2010 quando i partenopei sotto di due gol recuperarono grazie a Denis e Hamsik su rigore al 90°.
Netta affermazione degli ospiti, invece, il 25 gennaio 2009: gara già chiusa al 50° con la rete di Vucinic che si aggiunse a quelle di Mexes e Juan, Napoli-Roma 0-3.
Particolarmente drammatico l’incontro del 10 giugno 2001 finito 2-2. Queste le reti: primo tempo sull’1-1, Amoruso al 37° e Batistuta al 43°. Nella ripresa Totti al 52° (forse con un tocco di mano), Pecchia all’81°. Entrambe le squadre erano alla disperata ricerca della vittoria, il Napoli di Mondonico per non retrocedere, la Roma di Capello per conquistare il titolo di campione d’Italia. Alla fine andò bene solo ai giallorossi.
Parlando del Napoli capitanato da Maradona, la Roma colse un successo il 16 dicembre 1984, 2-1, vantaggio di Falcao, pari di Bertoni, autogol di Marino e pareggiò nel settembre del 1985, 1-1, Tovalieri e Maradona su rigore e chiuse 0-0 nel marzo del 1987. Nel marzo 1988 ci fu quello sciagurato capitombolo che cominciò a far scricchiolare la leadership azzurra favorendo la rimonta, alla fine vittoriosa, del Milan: Napoli-Roma 1-2. Giallorossi sul 2-0, Giannini e Oddi, ma l’assalto finale dopo la rete di Careca all’80° non diede i frutti sperati. Nel maggio dell’89 Voeller, a 15’ dalla fine, pareggiò il vantaggio di Careca, 1-1, mentre decisamente meglio andò nel febbraio del 1990. Il Napoli, che col Milan era rimasta l’unica squadra a poter vincere quel campionato, batté la Roma 3-1. Ospiti in vantaggio con Nela al 4° minuto, pari di Maradona su rigore e vantaggio di Careca con un incredibile tiro a rientrare scagliato quasi dalla linea di fondo e terzo gol di Dieguito sempre su rigore.
L’ultimo derby del Centrosud che vide El Pibe in campo, ed il ritorno di Ottavio Bianchi al San Paolo, si giocò il 13 gennaio 1991 e finì pari e patta: 1-1, al 15° Zola, al 65° Salsano. Merita citazione anche la vittoria su rimonta per 3-2 del 5 aprile 1992; Roma in vantaggio 2-0, autorete di Corradini, raddoppio di Giannini al 18°. La riscossa del Napoli tutta nella ripresa: Silenzi al 47°, Careca al 55° e Zola al 66°.
Maradona è stato ringraziato dal regista Paolo Sorrentino con in mano la statuetta dell’Oscar. Napoli-Roma dividerà il cast de “La grande bellezza”: Sorrentino e Servillo da una parte, Verdone e la Ferilli dall’altra. Vincano i migliori, cioè tutti.
Antonio Gagliardi