IL PERSONAGGIO – LORENZO INSIGNE , CHI LA DURA LA VINCE
il 18 Feb 2014, 21:38
Pubblicato in Copertina, IL PERSONAGGIO DELLA SETTIMANA, IN EVIDENZA. RSS 2.0
Si sa che dopo ogni tempesta giunge sempre l’ arcobaleno ad imporre il suo scintillio e i suoi colori trasformando in un ricordo quelle nubi che fino ad un istante prima oscuravano la luce … E pensare che quelle nubi per Lorenzo Insigne da Frattamaggiore, figlio di una Napoli che troppe volte ha confermato la sua indole di matrigna austera ed inflessibile, erano diventate ancor più cupe in seguito al fragoroso disappunto che dagli spalti del San Paolo sottolineò il momento della sostituzione del Magnifico durante i quarti di finale di Coppa Italia contro la Lazio. Ciò che gli si contestava, oltre a qualche prestazione opaca, era la poca concretezza e lucidità sotto porta, ed è vero che Lorenzo fino a quel momento era andato a segno in totale solo 4 volte ( 1 in campionato, 2 in Champions League ed 1 in Coppa Italia), ma si poteva presupporre che quell’ improduttività fosse frutto di altri fattori e che probabilmente l’ attaccante azzurro era tra i tanti a patire un modulo di cui ancora non aveva interiorizzato i meccanismi, se consideriamo poi il periodo di scarsa forma che ha condizionato per circa un mese il rendimento dei ragazzi di Benitez è automatico dedurre che le sterili prove di Insigne fossero in realtà la somma di una serie di circostanze. Ma si sa che un napoletano a Napoli deve faticare il triplo e che ciò che agli altri beniamini in campo in genere vien perdonato per i vari Iuliano, Cannavaro … ed oggi Insigne diventa un insostenibile fardello: pesa la maglia azzurra per chi la ama davvero e scotta il terreno del San Paolo per chi da piccolo ha sognato di calcarlo! “Mi sto sacrificando per la squadra” dirà il ventiduenne napoletano serenamente qualche giorno dopo l’ accaduto, quando rabbia e delusione si saran placate “ Il mio ruolo è cambiato non faccio l’ attaccante ma l’ esterno ed è per questo che ho segnato poco“.. Ma un attaccante è un attaccante e si sa che l’ infruttuosità ne condiziona le performances … tante volte il folletto partenopeo aveva tentato di far andare in rete quel suo caratteristico tiro a giro e troppe volte era rimasto con frustrazione a guardar la palla andar lontano da quello che era il suo obiettivo. Qualcosa era cambiato quel giorno a Reggio Emilia, e ciò che si è contemplato, oltre la brillante prestazione della squadra in maglia gialla che in molti hanno attribuito esclusivamente all’ evanescenza dell’ avversario ma che a mio avviso è stata una gran prova di maturità visto che il Napoli contro le piccole ha spesso sofferto e lasciato punti preziosi, è stato un intraprendente e risoluto Lorenzo Insigne: non poteva essere evaporato quel talentuoso Figlio di Partenope che tanto aveva incantato con le sue giocate prodigiose ma aspettava solo il momento giusto per tornare e Al Mapei Stadium egli si presenta con una prova di sacrificio e sostanza ornata da giocate di classe e coronata al 10’ del secondo tempo. Strana la vita ed imprevedibile il destino, visto che sulla strada verso la sua gloria Lorenzinho, dopo aver raccolto l’ invito di Capitan Hamsik, trova lo scugnizzo suo fratello Paolo Cannavaro, da compagno di squadra e mentore ad avversario in pochi giorni, e in quel dribbling con cui il Magnifico lo salta si legge quasi un passaggio di consegne. Il calcio è bello anche per questo e quel gol che il fantasista azzurro inseguiva da inizio campionato e che Paolo avrebbe voluto vedergli realizzare da napoletano in maglia azzurra lo incassa da avversario: parte così dal destro del Magnifico una meravigliosa traiettoria che assume la forma e la sostanza di quel famoso arcobaleno che dissipa le fastidiose nubi e riporta a Napoli il sereno.
Tilde Schiavone