OBIETTIVO NAPOLI – TRE PUNTI SFUMATI PER COLPEVOLE INGENUITA’, TRISTE METAFORA DELLA SITUAZIONE SUL MERCATO
il 19 Gen 2014, 17:42
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Questa è una di quelle domeniche in cui si comprendono chiaramente i motivi che stanno dietro alla differenza di punti che divide il Napoli da Roma e Juventus in classifica. La squadra azzurra ha palesato oggi tutti i suoi limiti, buttando nel cassonetto, all’ultimo istante, tre punti ormai consolidati, nonostante una partita di sofferenza.
D’altra parte già il brutto primo tempo della squadra aveva fatto presagire scenari tutt’altro che piacevoli. L’undici di Benitez, infatti, ha disputato una prima frazione di gara pessima, imbrigliato tatticamente da un Bologna abile a chiudere tutte le linee di passaggio e a riproporsi in avanti sfruttando gli ormai antonomastici limiti difensivi partenopei. A rendere difficile la gara degli azzurri, oltre alla giornata nera di Albiol, messo sorprendentemente in difficoltà, dall’inizio alla fine, dal modesto Bianchi, c’è stata la scarsa capacità del centrocampo di incidere sia nella fase di organizzazione del gioco, sia in quella di copertura (è forse una novità?), dove Diamanti tra le linee poteva fare il bello e il cattivo tempo, senza che Inler o il pur volenteroso Dzemaili riuscissero a trovare le distanze giuste per prevenirne l’incedere.
In attacco, invece, il Napoli ha dovuto patire una vera e propria inferiorità numerica, tanto nullo è stato il contributo di un immobile Pandev, incapace di entrare in partita e privando i suoi di una fondamentale fonte di gioco sulla trequarti.
Con queste premesse, il primo tempo non poteva che concludersi con un vantaggio del modesto, ma scaltro, avversario. Tuttavia nella ripresa Benitez aveva nella manica tutti gli assi che potevano dare una svolta alla gara, in particolare uno: Marek Hamsik. Benitez attende altri 12 minuti per mettere fine all’inferiorità numerica, ma con l’ingresso dello slovacco la partita effettivamente subisce una svolta. Spinto dalle giocate di Hamsik e Mertens il Napoli ritrova la sua brillantezza sulla trequarti e riprende a macinare gioco tramite rapidi scambi a ridosso dell’area di rigore, creando i presupposti per le due reti che portano al pareggio prima e al sorpasso poi. A favorire, teoricamente, la gara degli azzurri arriva anche l’espulsione di Kone, che consegna pure la superiorità numerica all’undici di Benitez, che però ha altri programmi in serbo per i suoi tifosi: il suicidio! Con il vento in poppa e l’uomo in più il Napoli decide infatti di non tentare più di chiudere i conti, ma di cercare un possesso palla dal sapore di allegra camminata sul filo del rasoio. Inoltre, la sostituzione di Mertens, il migliore dei suoi, con uno svagato Insigne complica maggiormente la situazione degli azzurri che nei minuti finali, tra passaggi sbagliati, chiusure preventive mai messe in atto e calci d’angolo regalati, mettono in mostra tutti i limiti di esperienza e difensivi, ai quali nemmeno le grandi qualità individuali dei vari Mertensi, Higuain, Hamsik e Callejòn possono sempre sopperire. E come una triste metafora dei movimenti di mercato della società, che ancora una volta con Bastos si è vista soffiare da sotto il naso il colpo in canna da una diretta concorrente, anche in campo, all’ultimo istante, gli azzurri si sono fatti sottrarre con enorme ingenuità tre punti fondamentali per la corsa Champions, in una giornata in cui tutte le avversarie hanno centrato la vittoria. Con questi presupposti sperare di voler essere all’altezza di Roma e Juventus sarebbe sintomo di ingiustificata arroganza. Attenzione piuttosto alla Fiorentina, che già da questa domenica ha iniziato a godere dei risultati di una politica concreta e sveglia sul mercato. Perché, si sa, chi ha tempo non aspetti tempo…
di Eduardo Letizia