AMARCORD – TORNA LA SFIDA TRA GLI ‘ODIATI NEMICI’
il 10 Gen 2014, 13:16
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Il Napoli torna al Bentegodi e dopo tredici anni affronta il Verona. Tanto è il tempo passato dall’ultimo incontro nella massima serie: 14 gennaio 2001, Verona-Napoli 2-1, azzurri in gol con Bellucci, gialloblù che ribaltarono il punteggio con Mutu e Adailton.
Verona, si sa, è una tappa piuttosto infausta per i colori azzurri, per ragioni che oggi potremmo definire di “discriminazione territoriale”. È inutile soffermarsi su striscioni, sfottò e cori ostili (anche perché presenti non solo in riva all’Adige); diciamo che è un inevitabile scotto da pagare se si vuole stare tra i grandi. Se sei importante c’è qualcuno che ti guarda con il fumo negli occhi.
Vale anche per la Juve a Firenze, per la Lazio quando capita a Pescara e per la Roma che a Bergamo non è certo accolta a braccia aperte, come il Napoli del resto.
Fuori confine il Bayern Monaco respira aria pesante a Norimberga, i Lancieri dell’Ajax si recano con tanto di armatura al Feyenoord Stadion di Rotterdam, mentre in Francia non è consigliabile andare a spasso nei vicoli di Marsiglia indossando la casacca del Psg.
Tuttavia, parlando di calcio giocato, merita menzione il campionato 1984-85; per il Napoli fu il primo anno in Serie A di Diego Armando Maradona, per il Verona fu il campionato che avrebbe alla fine sorprendentemente vinto. I veneti schieravano, tra gli altri, Garella, che vincerà il Tricolore anche con la maglia del Napoli, i centrocampisti Di Gennaro, oggi commentatore SKY, e Fanna, in attacco Nanu Galderisi. In panchina Osvaldo Bagnoli, uomo di poche parole ma molti fatti.
Come per Maradona in azzurro, in gialloblù esordirono il roccioso difensore teutonico Hans Peter Briegel e l’attaccante danese Preben Elkjær Larsen, fulcro di quella Nazionale danese rivelazione del Campionato Europeo ‘84 vinto dalla Francia di Platini. L’attuale n.1 dell’UEFA era solo uno dei tanti stranieri che impreziosiva la nostra Serie A: altri tempi, altro calcio. Proprio nell’estate dell’84, poi, ci furono arrivi quanto mai importanti: Rummenigge all’Inter, Socrates alla Fiorentina, oltre, naturalmente, al Pibe de Oro ed ai già presenti Platini (Juventus), Falcão (Roma) e Zico (Udinese).
Nonostante la concorrenza di questo ben di Dio, gli scaligeri furono un vero e proprio rullo: inizio il 16 settembre, primo turno Verona-Napoli.
Risultato secco: 3-1. Briegel, calzettoni sempre abbassati, svettò di testa su corner di Fanna al 26°. Il 2-0 sette minuti dopo: azione da manuale, Castellini si oppose ma nulla poté sul tocco vincente di Galderisi. Al 13° della ripresa un diagonale di Bertoni illuse il Napoli prima del definitivo 3-1 al 75° di Di Gennaro di testa su una punizione-corner. Maradona al suo esordio non combinò granché: Briegel, oltre al gol, si esibì in una perfetta marcatura sull’argentino.
Ben diversa la musica l’anno dopo: 23 febbraio 1986, ancora quattro reti ma due per parte. Maradona segnò la doppietta, uno su rigore, che permise al Napoli di rimontare il doppio svantaggio di Sacchetti e Galderisi. Il Verona non era più quello dello scudetto, la rosa fu impoverita e ciò costò al presidente Chiampan anni di feroci contestazioni, tuttavia il 12 aprile 1987, Domenica delle Palme, l’undici veneto sgambettò il Ciuccio lanciato verso il primo storico scudetto. Primo tempo, e risultato finale, 3-0: Pacione al 23°, autogol di Sola al 32° e tris di Elkjær al 40° su rigore. Dopo l’1-1 della stagione 1987-88, ci furono due successi azzurri: l’11 dicembre ’88 fu Crippa l’autore del gol vittoria, il 10 settembre 1989 Mauro e Careca (rigore) prima del gol della bandiera di Gutierrez. A fine stagione il Napoli vinse il suo secondo titolo, il Verona salutò la Serie A.
Poi gli anni 90, anni difficili per entrambe le compagini: l’Hellas Verona fallisce nel ’91, il Napoli si ridimensiona sino a retrocedere nel 1998, tra mille problemi societari. Quindi un ciclo di incontri in B che cominciò con la vittoria dei veneti lanciati verso la A il 6 giugno 1999, 1-0, Marasco, contro un Napoli ancora stordito dalla botta della retrocessione e finì con la vittoria degli azzurri il 26 maggio 2007, 1-3 (Domizzi, Calaiò, Pulzetti, Dalla Bona) Napoli promosso e Verona retrocesso in C1 dopo i playout.
Antonio Gagliardi