IL POKER LIVE SECONDO IL TAR DEL LAZIO
.Respingendo il ricorso presentato dal celebre Cotton Club di Roma, chiuso da mesi, il Tar del Lazio ha ribadito che per organizzare tornei garantiti di poker live è necessaria una licenza di pubblica sicurezza.
NIENTE DA FARE PER IL COTTON – Il Cotton Club di Roma, uno dei circoli di poker live storici non solo della capitale, ma dell’Italia intera, ha chiuso i battenti qualche mese fa. La Questura ha ordinato lo stop delle attività lo scorso 27 marzo 2013. Non era la prima volta che succedeva, ma viste le ripetute insistenze, stavolta i gestori hanno deciso di alzare bandiera bianca, anche e soprattutto per tutelare i propri giocatori.
Niente più tornei di poker live, dunque. Ma il Cotton Club ha provato a far valere le proprie ragioni in tribunale, così come hanno fatto molti altri circoli in precedenza. Tuttavia, il Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio gli ha dato parzialmente ragione. Il Cotton Club chiedeva l’annullamento del divieto di organizzare tornei di poker, ma pur riconoscendo il Texas Hold’em come gioco d’abilità, il Tar ha anche aggiungo che per questo genere di attività è comunque necessaria la licenza di pubblica sicurezza.
LA SITUAZIONE IN ITALIA – L’ultima sentenza del Tar del Lazio si inserisce perfettamente nel quadro che ha contraddistinto il poker live negli ultimi anni. Tecnicamente non si tratta di un’attività illecita, perché non è assimilabile al gioco d’azzardo (quando i tornei non prevedono re-buy o add-on), ma nonostante ciò rimaniamo in un vulnus normativo dal quale è possibile uscire solo attraverso la via politica.
Purtroppo, però, nonostante la promessa fatta dai governi precedenti di far partire il poker live a gennaio 2013, tutto è rimasto nel cassetto. Entro il 31 del primo mese di quest’anno, infatti, si sarebbero dovute assegnare le prime 1.000 licenze di poker live. Cosa che, però, è rimasta disattesa.