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BASKET – L’Italbasket batte 67-61 la Polonia con i tre fenomeni NBA in campo

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il 14 Ago 2011, 17:01
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La seconda partita l’Italia la porta a casa, battendo la Polonia di sei (67-61), dopo averla cacciata sotto di quindici nel finale del terzo quarto. Ma poi confermando che, oltre ad un attacco di nuovo non esplosivo, la difesa vive di pesanti imbarazzi che tolgono continuità d’efficacia. E così s’offre una chance a tutti, dopo i bosniaci anche ai polacchi. S’è visto Danilo Gallinari, stavolta, ed il suo meglio (e neanche poco) nel primo quarto. E così per qualche minuti i Big Three assieme. Alla fine pure i primi tre del tabellino: Bargnani 20, Belinelli 13, Gallinari 9, come Mancinelli, che si è confermato la quarta punta con assist e recuperi.

L’Italia va sempre in campo per seconda, come è logico perché gioca per farsi vedere ed avere il sostegno degli appassionati di Rimini, che hanno appena perso la squadra locale e la sua bella e lunga storia. Di conseguenza per due sere ha visto giocare la Grecia e giustamente gli stessi appassionati si sono un po’ ammagonati. I greci allungano la difesa, aggrediscono, raddoppiano sul fondo, trovano ad ogni uscita un protagonista nuovo. Attenzione, perché è la regola per far strada all’Europeo. Ammagona vederli così oggi, sia chiaro: conterà solo quel che accadrà dal 31 agosto in poi. Però veder negli altri la fluidità che da noi di questi tempi è ricercata fa pensare che comunque la Grecia sia più avanti di noi, che possa giù lavorare sui dettagli quando noi siamo ancora all’abc.

Con la sua difesa, i ragazzi di Zouros ne hanno dati venti alla Polonia e poi venticinque alla Bosnia (87-62) che a noi c’ha messo sotto e questo non perché ci ha battuto. E tutta questa qualità la sa offrire una squadra che si è ritrovata priva di Vassilis Spanoulis, uno che l’NBA l’ha assaggiata finché ne ha avuto voglia, e la conferma del no di Dimitris Diamantidis, uno che ha fatto dell’Eurolega la sua NBA. E la domina, da anni. Private Pianigiani dei suoi Diamantidis e Spanoulis, individuandoli a vostra scelta, e poi vediamo cosa gli resta nel mazzo.

Ci consoliamo con quel che ci passa il c.t, perché quel che si vede aiuta pochino, pure coi polacchi. Non va dimenticato che Pianigiani ha già parlato di un ritardo globale che per ora non va considerato preoccupante. Ma che potrebbe diventarlo. Senza fare nomi, i tempi sono legati ovviamente all’inserimento pieno nel gruppo di Danilo Gallinari che è come quel diciottenne alle prese con l’esame con la patente, ha già superato la teoria ma poi di come guida l’auto su strada non lo sa nessuno. E Gallinari la macchina azzurra sarà chiamato a guidarla, come ha detto lo stesso Pianigiani dopo la sconfitta con la Bosnia, parlando del concetto di “regìa diffusa, perché è chiaro che in due settimane nessuno di quelli della rosa saprà inventarsi playmaker da trenta minuti”. E allora ci fidiamo dell’effetto di quei carichi di lavoro pesanti che imballano le gambe, che corrono poco oggi e non aiutano il gesto del tiro. Ed allora ecco le percentuali di tiro ondivaghe ma che, esportate agli Europei, ci zavorrerebbero ad un’esperienza di non più di una settimana.

Ma già il vedere Gallinari far la ruota contro la Polonia ha confortato gli animi, poi ha messo piede in campo, ed è il caso di dirlo visto che il problema di stagione, messa a posto la schiena, riguarda l’alluce destro. “Sarà un collante di certe situazione, non il salvatore della patria, vince sempre la squadra e mai un singolo. Quel che conta è che, con Danilo, la squadra è finalmente “al completo” ripete papà Vittorio che sente l’attesa per il figlio tramutarsi in pressione totale nel vedere gli azzurri balbettanti.

Subito in quintetto, il Gallo, con Maestranzi (ieri c’era stato Hackett, è conferma di lavori in corso), Belinelli, Mancinelli e Cusin (per Bargnani). Il primo tiro del Gallo, una tripla, entra dolce ma è ancora più interessante vedere come tagli l’area all’altezza sulle tacche, anziché uscire alto, per sfruttare il vantaggio in centimetri su Kelati (12 centimetri). Al quinto siamo sotto di tre (7-10), numero non casuale perché entra Bargnani e finalmente si compone la Triade NBA, momento che Gallinari suggella con la secondo canestro della sua serata. Il terzo nasce da una schiacciata imperiosa creata da lui stesso guidando la transizione. Ecco di cosa parla Pianigiani quando approfondisce l’argomento della “regìa diffusa”. La qualità di passatore di Mancinelli esalta due volte Bargnani per la schiacciata e poi l’appoggio (16-10, parziale 9-0 Italia). Il lungo dei Raptors è arma totale, la finta di tiro lo manda in lunetta, il finale di quarto è tutta roba sua, fino alla sirena quando Belinelli fin lì silenzioso mette in acrobazìa il canestro del +10 (22-12). Con la Triade che peraltro è stata in campo assieme solo per due minuti e spiccioli.

Nel secondo quarto si vede un’altra Italia, tatticamente parlando: Maestranzi play, Hackett guardia, Belinelli ala piccola, Bargnani ed ancora Gallinari ma stavolta da ala piccola, a far faticare l’avellinese Sczewcyk. Ci fermiamo come già contro la Bosnia, Bargnani scuote con un canestro cui non segue l’uno dalla lunetta, dove sbagliamo troppo ed agli Europei non sarà concesso. Gallinari e Bargnani si cercano con i blocchi per creare mismatch favorevoli contro i lunghi polacchi. La tripla di Carraretto vale il +9 (27-18), Cusin con due stoppate mostra la sua utilità alla causa azzurra nella presenza d’area, dove difettiamo. Come nelle palla perse, ancora in eccesso. Una visione di Mancinelli per Belinelli, applausi, ma becchiamo subito la tripla, distratti, altra lacuna di metà agosto. Avanti di 5 alla sirena (36-31), tirando benino, controllando i rimbalzi ma con 11 perse che incidono nel veder dimezzato il vantaggio che s’era messo via.

Nel terzo quarto ecco il quintetto dell’Italia: Maestranzi, Belinelli, Gallinari, Mancinelli, Bargnani. La Polonia a zona 3-2, assist immediato di Mancinelli (che non segna, ma che passaggi) per Belinelli. Ma concediamo ai polacchi un canestro facile al minuto, cui Belinelli (che ha una caviglia sinistra non a posto, esce qui e non rientrerà più) risponde con una tripla impossibile. E poco dopo Gallinari manda a spasso due polacchi con un arresto e layup (48-38). E’ un’Italia che non ha un briciolo di pericolosità dal suo play, Maestranzi, che non segna mai perché non guarda il canestro. Anche per questo Pianigiani riprova Cinciarini, in finale di tempo, quando Mancinelli infila il canestro del massimo vantaggio che poi Mordente e Cinciarini fanno lievitare ulteriormente (53-38).

Nell’ultimo quarto l’attacco si regge su Bargnani (17, ma 7/13 ai liberi), la difesa su rotazioni dai tempi giusti, prima delle solite amnesie. Timeout duri di Pianigiani, qualche cambio ha il sapore di punizione per una persa o una difesa poco cattiva. E’ il momento di stringere, due settimane sono alla fine poche, perché la Serbia ad esempio a Smirne ha dimostrato di essere già a buon punto. E noi, dalla lunetta, siamo ancora fallosi concedendo ai polacchi il riavvicinamento fino al -5 di Sczewczyk, perché il secondo quintetto (Bargnani a parte) non vale il primo. Si sapeva, ma si confidava che la spaccatura non fosse così netta: in attacco, roba da un canestro in cinque minuti. Un recupero furbo di Mancinelli, che subito dopo aggiunge pure la sua giocata sulla linea di fondo (58-50 al 37′) ed è ossigeno. Come i suoi 8 assist. E poi la schiacciata che sembra della staffa, con un numero annesso. Sembra perché il pressing polacco ci inibisce, pur col play titolare in campo, Maestranzi, perché poi dalla lunetta tremiamo (15/27). Non Bargnani, con la tripla del +7 a 20″ dalla sirena.

Domani ultima giornata del torneo di Rimini, che la Grecia affronta a 4 punti, Bosnia e Italia a 2 e la Polonia a 0 ed unica che non può vincerlo, sempre per quel che conta. Che poi è solo quel che Pianigiani ed il suo staff stanno vedendo in questa squadra, che è tutt’altro che un punteggio finale o un tabellino. “Contro la Grecia non basta giocare come ieri e come oggi” dice, saggio, Gallinari che però, 17 minuti in campo, 9 punti e pure 6 rimbalzi, conforta con le sensazioni positive del piede. Il programma di chiusura al 105 Stadium: Polonia-Bosnia Erzegovina (18.15) e poi Italia-Grecia (20.45).

ITALIA-POLONIA 67-61 
(22-12, 36-31, 53-40, 67-61)
ITALIA: Poeta ne, Mancinelli 9, Bargnani 20, Gallinari 9, Mordente 4, Vitali, Melli ne, Cusin 4, Datome, Renzi 2, Hackett, Cinciarini 2, Belinelli 13, Maestranzi 1, Carraretto 3. Allenatore: Pianigiani.
POLONIA: Berisha 12, Lapeta, Skibniewski 4, Snieg, Leonczyk 5, Szewczyk 17, Kulig ne, Koszarek 5, Szczotka 2, Waczynski 8, Kelati, Hrycaniuk 8. Allenatore: Pipan.
ARBITRI: Lamonica-Filippini-Sardella.
NOTE – Tiri liberi: Italia 15/27, Polonia 11/17. Spettatori: 2000.

fonte: repubblica.it



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