LA PARTITA – NAPOLI-GENOA: DEJAVU “HAMSIK”, RINGHIA E PUNISCE ANCORA I LIGURI
il 30 Apr 2011, 22:51
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“Verona vi insulta, Milano vi odia, Noi vi stimiamo”. Con questa frase che capeggiava sullo striscione genoano nel lontano campionato 1998-99 si è suggellata una vera e propria storia d’amore, fatta di rispetto profondo e affetto reciproco tra la tifoseria partenopea e quella ligure, consolidata in tempi recenti con la promozione delle relative squadre in serie A. Il 2007, l’anno galeotto che ha portato alla consacrazione massima di questa unione. Qualche anno è passato e adesso quelle stesse tifoserie si ritrovano a sostenere nuovamente le proprie compagini , in gare all’ultimo respiro come quella di stasera. La migliore vince, senza indugi, asti né musi lunghi. Il Genoa ha poco da chiedere in questo campionato, nel quale non ha brillato quanto avrebbe dovuto; il Napoli, invece, ha da conquistare tre punti importantissimi dopo le battute d’arresto contro l’Udinese e il Palermo. C’è da recuperare la fiducia dei tanti tifosi azzurri che, seppur continuino ancora a sostenere i propri idoli sul campo, appaiono anche intimoriti dall’out partenopeo improvviso, e dunque chiedono una nuova prova di carattere per non rischiare l’obiettivo primario, la Champions League.
EQUILIBRIO SUL CAMPO, AZZURRI NON INCISIVI – Formazioni confermate: il Genoa si dispone secondo un 4-4-2, la squadra è falcidiata dalle assenze; Mazzarri, invece, si riaffida ad Aronica e Gargano titolari. Parte subito forte il Napoli, sembra che la compagine sia scesa in campo con un cipiglio giusto rispetto alla gara contro il Palermo. Gli azzurri spingono ma trovano i genoani pronti alle ripartenze, tutto sommato sembra che i partenopei abbiano dominio sul campo in questa prima frazione di gioco. Nonostante i tentativi falliti dall’una e dall’altra parte, con Cannavaro tra le fila azzurre e Flores e Kaladze tra quelle rossoblu, il risultato al 20’ è ancora invariato. La gara sembra non lasciar trasparire nulla, non c’è alcunchè di scontato. Bisogna aspettare il 25’ e il 27’, rispettivamente il sinistro di Kucka e il destro di Cavani, per sentire il brivido sulla pelle. L’uruguagio cerca di fare tutto da solo, pagando. Il Napoli comunque ci riprova prima con Hamsik, che arriva in ritardo su un pallone appetibile, poi con Lavezzi che sbaglia tutto a causa del terreno zuppo, ancora con Dossena che dà vita ad un assist invidiabile ma che non produce risultato. Anche il Genoa a sprazzi si fa vedere, e tenta una risposta agli assalti partenopei con Paloschi e Antonelli. La squadra ligure è meno sciolta e cerca di usufruire di eventuali ripartenze ed inesattezze della linea difensiva campana. La compagine partenopea è più sicura di sé ma pecca nel reparto arretrato, non sempre attento e troppo orientato a guardare la palla e meno le posizioni dei giocatori avversari, concedendo ampi spazi agli ospiti. Il risultato non si sblocca e alla fine del primo tempo le squadre tornano negli spogliatoi in totale equilibrio di prestazioni.
HAMSIK SBLOCCA TUTTO – Ripresa, e il Napoli parte anche in questa frazione di gioco in modo aggressivo. Minuti iniziali di questo secondo tempo infuocati: infatti, dopo un Genoa che si fa insidioso con i movimenti di Mesto, i partenopei cercano di crescere sempre di più con alcune occasioni importanti. Lavezzi spara troppo forte sulla porta e Maggio non arriva di testa per un soffio sul pallone: due azioni che fanno palpitare le curve e le tribune del S.Paolo. Sostituzioni in campo con Destro, Lucarelli e Yebda che entrano sul terreno di gioco, ed è proprio l’algerino che prova a sbloccare il risultato con un colpo di testa che viene parato al 62’ da Eduardo. Il Napoli spinge, spinge sempre di più con il Pocho che cerca di eliminare la maledizione: 187 giorni senza goal. L’argentino ha fame, mangia metri, si avvicina all’area di rigore, il suo colpo di testa al 62’ gli lascia l’amaro in bocca. Intanto viene sostituito Mesto per infortunio alla testa. I partenopei vogliono i tre punti e dopo la prima mezz’ora sembrano tesi, pressione ed eccessiva ansia di far propria la gara davanti ai liguri costretti a mettere in campo anche la Primavera. E’ una corsa contro il tempo, contro un destino avverso che impedisce al Napoli di acciuffare i tre punti, ma bisogna avere pazienza. La calma è la virtù dei forti e bisogna attendere l’83’. Il momento che i tifosi azzurri stavano aspettando con fibrillazione arriva con Hamsik: l’assist di Cavani con suggerimento di testa viene intercettato dallo slovacco che, col suo destro, infila il pallone alla destra del portiere. E’ l’1-0 del Napoli, il goal che può far ascoltare la musichetta della Champions League in modo più chiaro. Ormai si arriva al pieno recupero: ben 4 i minuti assegnati, con un Genoa che prova a pareggiare i conti fino all’ultimo secondo. Rischio, paura, finale al cardiopalma che però porta la vittoria della squadra partenopea. Finalmente la compagine azzurra torna al trionfo, con un dejavu di Hamsik, determinante come nella gara di andata contro i liguri. I supporters napoletani esultano e possono continuare a sperare.
NAPOLI-GENOA: 1-0
MARCATORI: 83’ Hamsik
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro (90+4’ Santacroce), Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Pazienza (60’ Yebda), Dossena; Hamsik (87’ Mascara), Lavezzi, Cavani. ( Iezzo, Ruiz, Zuniga, Lucarelli). All. Mazzarri.
GENOA (4-4-2): Eduardo; Mesto (73’ Polenta), Moretti, Kaladze, Criscito; Konko (66’ Destro), Rafinha, Kucka, Antonelli; Paloschi (78’ Jelenic), Floro Flores. ( Scarpi, Chico, Doninelli, Boselli). All. Ballardini
ARBITRO: Gava di Conegliano (Altomare-Ayroldi, Gallione)
NOTE – Spettatori: 45mila circa. Ammoniti: Rafinha (G), Gargano (N), Mascara (N). Espulsi: Nessuno. Recuperi: 1’pt; 4’st
Maria Grazia De Chiara