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OBIETTIVO NAPOLI – GLI AZZURRI NON HANNO ONORATO L’IMPEGNO

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il 28 Feb 2011, 23:18
Pubblicato in Copertina, OBIETTIVO NAPOLI, Varie. RSS 2.0
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Mettiamo subito in chiaro una cosa. Da mesi sosteniamo che l’obiettivo del Napoli non possa essere il primo posto in questo, seppur mediocre, campionato. Quindi la sconfitta di stasera poteva anche essere messa in preventivo ed in quanto tale accettata senza particolari drammi. Ma quello che non si può accettare, e (la ripetizione è voluta) non è accettabile in modo più assoluto, è il modo in cui la sconfitta di stasera sia maturata. Il Napoli semplicemente non è sceso in campo. L’approccio alla partita è stato timoroso, privo della grinta e dell’aggressività che hanno contraddistinto la squadra di Mazzarri in questi ultimi anni.

Detto questo andare ad analizzare gli aspetti tattici della gara ci sembra superfluo. Tuttavia qualche notazione vale la pena farla.

Al Napoli oggi sono venute meno le tre armi principali: Lavezzi, il pressing e la spinta sulle corsie. La questione Lavezzi è facilmente accantonabile con la semplice annotazione che nell’organico degli azzurri manca un giocatore capace di sostituirlo. Il Mascara di Napoli sembra il fantasma di quello di Catania e da quando è arrivato all’ombra del Vesuvio non è mai riuscito a lasciare un segnale della sua esistenza. Allo stesso tempo Sosa, per caratteristiche fisiche, e Zuniga, per caratteristiche tattiche, non riescono a rappresentare una degna alternativa all’argentino. Probabilmente il giocatore che più potrebbe rivelarsi utile in tal senso è, per caratteristiche tecnico-tattiche, il giovane Dumitru, che Mazzarri purtroppo non ha mai preso in considerazione.

Per quanto riguarda l’assenza di pressing durante l’arco dei 90 minuti, questo si può spiegare secondo due chiavi di lettura. La prima è fisica. Gli azzurri probabilmente hanno risentito troppo delle fatiche di coppa, arrivando a Milano a corto di benzina. La seconda ipotesi è mentale. Gli azzurri potrebbero aver avuto troppa paura di pressare i rossoneri, temendo di lasciare in tal modo troppi spazi agli avversari. Fatto sta che l’unico giocatore che ha accennato il pressing, nel primo tempo, è stato Gargano, il quale però si è macchiato di altre colpe, che rendono meno encomiabile questo suo “merito”. Ne parleremo tra un attimo.

La terza arma che è venuta meno al Napoli è, dicevamo, la spinta sulle fasce. Per questa ci sono poche spiegazioni. Anche qui la motivazione è duplice: la cattiva forma di Maggio e Dossena, e il blocco mentale che non ha lasciato i due esterni liberi di spingere. Quale dei due fattori sia stato preponderante è, a conti fatti, irrilevanti e anche difficile da individuare.

Ciò detto passiamo all’analisi individuale di alcuni elementi. In primis ci preme di analizzare la prestazione di Gargano. Lo abbiamo detto, tra le righe, in tanti modi e da tanti anni, ma tocca ribadire un concetto. Il buon uruguayano è un giocatore apprezzabile per il suo dinamismo, ma tra le sue qualità non ci sono, e non ci saranno mai, quelle di fine dicitore di centrocampo. Alcuni suoi errori in fase di appoggio sono obiettivamente imbarazzanti. A Napoli questo è noto a tutti. Fin qui ancora nulla di grave, la cosa potrebbe giustificarsi (?) con l’eccessiva generosità del giocatore. Ma stando questi noti limiti tecnici in fase di appoggio, è proprio il caso di permettere a Gargano di battere i calci piazzati? Su facebook i gruppi che si pongono la stessa domanda del sottoscritto sono decine, meglio non contarne gli iscritti. Perché dunque questa cosa non salta agli occhi anche di Mazzarri? Questo è davvero un mistero degno di Roberto Giacobbo (o Raz Degan, se preferite). Ciò detto speriamo che Gargano possa trovare la forma di inizio campionato e riprendere a ringhiare e recuperar palla come solo lui sa fare.

Una nota di merito, in questa brutta serata, va concessa a De Sanctis e Cannavaro. Senza di loro la sconfitta sarebbe stata ancor più umiliante.

Infine una nota di biasimo va a Marek Hamsik. È mai possibile che nelle occasioni importanti lo slovacco riesca sempre ad estraniarsi dal gioco? Nel secondo tempo il numero 17 azzurro avrà toccato al massimo due volte il pallone. Troppo poco per un elemento che viene considerato un potenziale fuoriclasse. Per essere considerato tale Hamsik dovrà ancora farne di strada e riuscire a dare continuità alle sue prestazioni. Mazzarri dovrà lavorare anche su questo.

Ciò detto archiviare questa partita è la parola d’ordine. Nulla è compromesso, l’obiettivo Champions è sempre largamente alla portata degli azzurri. Bisognerà però riprendere subito a correre e lottare come questa squadra sa fare. Da oggi in poi gli uomini di Mazzarri dovranno isolarsi dal resto dell’ambiente e porsi un solo obiettivo: vincere partita per partita. Alla fine si faranno i conti.

Eduardo Letizia



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