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Il pullman e la maglia stretta…

amal (4)Preso da sconforto ed incredulità sono passato per lo store ufficiale del Napoli, chiedendo se la nuova (a mio parere brutta, ma tutto è gusto) maglia del Napoli esistesse solo nella forma “maxielasticizzata” presentata ieri e tristemente di moda negli ultimi anni. La risposta è sì. La maglia ufficiale della nuova stagione del Calcio Napoli sarà venduta nella sola forma estremamente aderente, destinata, quindi, ad un pubblico di soli atleti o individui molto magri, dato che anche le taglie più ampie non cambiano la vestibilità del capo.
I tifosi adiposi (come pure il sottoscritto) dovranno accontentarsi della replica (non ancora in vendita), di forma classica “quadrata”, ma di qualità e tessuto inevitabilmente inferiore, come spiegato dagli stessi rivenditori di uno store ufficiale. In poche parole, come si direbbe con un’espressione colorita qui a Napoli, ‘na specie ‘e pezzott. A questo punto è prevedibile che i tifosi più “in carne” possano mestamente rivolgersi alle amorevoli cure di una ricca bancarella, con pesanti ricadute sul merchandising. Le dinamiche sono un po’ simili a quel che succede col fenomeno dello streaming, a cui alcuni tifosi si rivolgono soprattutto in occasioni delle amichevoli estive, proposte agli affezionati supporter a cifre che non riflettono -idea condivisa dai più- il valore dell’offerta.
Il caso della maglietta è però maggiormente sintomatico di come la società partenopea talvolta agisca pensando -anche in maniera autolesionistica- più agli introiti che a coloro i quali dovrebbero essere rivolti i servizi offerti. Per carità, pensare al guadagno pure è legittimo. Si può infatti essere in diritto di fare una maglia brutta, di mettervici sopra una cinquantina sponsor tipo volantino del supermercato, ma andare a discriminare buona parte dei tifosi, ragionando come si fosse una casa di moda finalizzata ad un target ristretto non è una cosa simpatica. Poi magari ci si lamenterà pure del tracollo del marketing e per i tifosi che non si recano allo stadio con la maglia ufficiale. Ad alcune cose bisogna pure pensarci. Soprattutto bisogna pensare ai tifosi, anche -anzi, direi soprattutto- nelle piccole cose. Come quando un affezionato ai colori azzurri fa tanti sacrifici per arrivare a Dimaro per stare vicino ai propri beniamini e a questo si vorrebbe precludere anche la soddisfazione di un saluto quando il pullman della squadra arriva in ritiro. Sono piccole cose, certo, per qualcuno stupidaggini. Ma sono queste piccole cose -la maglia, il prezzo delle amichevoli, il saluto ai tifosi- che fanno la differenza tra una società che ama (rispetta) i propri tifosi, e una società che ama solo i guadagni e i contratti in esclusiva. Da che parte sta il Napoli di De Laurentiis?

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