Brocchi si presenta: “Non ho paura di bruciarmi, ho voglia e umiltà”
Cristian Brocchi non ha “paura di bruciarsi”. Porterà il Milan al termine della stagione e avrà sette partite per dimostrare che è l’uomo giusto per guidare il Diavolo. “Il termine bruciato è stato utilizzato in maniera esponenziale negli ultimi tempi – dice il nuovo tecnico nel giorno della conferenza stampa di presentazione – Il problema non è bruciarsi, per me è la possibilità di giocarsi un’opportunità che non sempre nella vita ti capita. Bruciarsi è un rischio che esiste, ma uno deve avere anche l’umiltà di capire che se le cose dovessero andar male, deve ripartire e ripercorrere strade già percorse, senza pensare che hai bisogno di un’altra squadra del livello del Milan per poter ripartire. Sono qui, mi gioco questa grande chance con la massima umiltà e la massima voglia, con lo spirito che mi ha sempre contraddistinto da calciatore e poi da allenatore. Non ho paura, c’è la massima tranquillità in me, so che darò il 110% e so che questo non vuol dire che il Milan vincerà sette partite su sette. Un contratto più lungo? Non è quello che ti permette di lavorare serenamente”.
“Nella mia carriera da calciatore – ha aggiunto – ho sempre messo l’aspetto economico contrattuale in secondo piano, anche ora è così, se avessi avuto un contratto di un anno o due in più, facendo male in queste sette partite sarei stato comunque sostituito. Non mi interessa essere protetto da un contratto, mi interessa il bene del Milan e giocarmi questa opportunità”.
Brocchi ha anche parlato di moduli e di tattica: “A me piace giocare con il centrocampo a 3 e con una difesa a 4, in attacco ho sempre cercato di trovare diverse alternative. Mi piace l’idea di giocare con il trequartista, l’ho fatto con la Primavera nella seconda parte di stagione. Dovrò capire gli interpreti che dovranno giocare un certo tipo di calcio. Nella squadra ci sono giocatori che possono giocare a 3 a centrocampo, c’è chi può fare il trequartista e abbiamo la possibilità di giocare col tridente. Queste sono le strade che seguiremo”.
“Voglio proseguire sulla strada della cultura del lavoro che questo gruppo ha, perché la squadra ha fatto un ottimo percorso da questo punto di vista, li ho visti all’opera e ho sempre visto un gruppo di ragazzi che ha voglia di lavorare e di allenarsi e di questo va dato merito a Mihajlovic e al suo staff”, ha detto inoltre Brocchi. “C’è la volontà di portare avanti la mia metodologia, il mio modo di allenare che può ssere per certi versi diverso da quello proposto da altri allenatori. Non è semplice passare dalla Primavera alla prima squadra, ieri è stato un giorno particolare, non si può schiacciare on/off nella testa dei giocatori, il cambio nell’immediato ti segna, il fatto di non vedere più le persone con cui hai lavorato ti porta a essere più o meno triste – ha proseguito Brocchi – L’impatto è comunque stato buono, mi conoscono e questo probabilmente ha inciso, sto cercando di portare subito qualcosa di mio sul campo, di far capire ai ragazzi quali sono i miei pensieri e come intendo allenarli”.
Le parole di Galliani – “Io e Berlusconi da oltre 30 anni ci parliamo, ci confrontiamo, ognuno esprime la propria opinione, prendiamo una decisione condivisa, dopodiché andiamo tutti nella stessa direzione: la società è una”. Cosi’ l’ad del Milan Adriano Galliani ha spiegato l’avvicendamento fra Sinisa Mihajlovic e Cristian Brocchi, in cui “l’Ac Milan ha identificato la persona che può dare la scossa e migliorare il gioco della squadra. “Sinisa ha fatto un buon lavoro, gliene abbiamo dato atto, ha ottenuto buoni risultati, siamo sesti e in finale di coppa Italia – ha aggiunto – ma abbiamo pensato che in questo momento servisse qualcosa di diverso”.
Fonte: SkySport