De Laurentiis: “Nelle tv napoletane si dicono troppe str…te! A giugno una mia sul Napoli”
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine della presentazione del libro “Tre meno meno – Diario di un gourmet napoletano”, di Maurizio Cortese. Ecco alcune sue dichiarazioni riportate da Il Napolista:
Conosco gli equilibri fragili dell’umanità. Alla vigilia non possiamo mai parlare del calcio Napoli. Mi ha fatto piacere il collegamento tra il Napoli di Vinicio e quello di Sarri, due squadre che riescono a divertire. Purtroppo mi acciorgo che in tanti non sono informati su quel che avviene nel Napoli. Dalle domande dell’uomo della strada, capisco che si sanno poche cose. Illunedì sera le tv napoletane dicono le più grandi stronzate. Ma questa storia finirà: da giugno avrete la vera televisione del Napoli che farò io».
Prosegue De Laurentiis: «La gente non sa che quetso fesso, o non fesso, ha rinunciato a 95 milioni durante il mercato estivo. E mi riferisco a tutte le offerte che ho ricevuto, tra cui quella di 30 milioni della Juventus per Hamsik. Qualcuno ha persino bussato per Higuain, perciò ho messo quella clausola, poi se c’è qualcuno disposto a pagarla, vedremo; la madre degli stupidi è sempre incinta. Non ho messo in vendita nessuno perché avendo un nuovo allenatore non potevo permettermi di fare una squadra. Gli ingredienti per fare una buona ricetta c’erano tutti. Il Napoli fa quello che può. I nostri 120 milioni di fatturato contro i 380 della Juve, era complicato far rimanere i calciatori che siamo riusciti a far rimanere. Io sono un teorico dei bilanci. Non ho mai rimesso una lira nel cinema. E trovo scorretto rimettere soldi nel calcio, perché vorrebbe dire che le cose non funzionano. Adesso vedo che anche altri sono venuti sulle mie idee. Rummenigge a Agnelli parlano di campionato europeo, come dicevo io. Tutte contro tutte, non per estrazione e per fortuna. Così ridurremo anche le squadre dei campionati nazionali. Che bello parlare di campionato delle cinque nazioni: Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Italia. Un torneo da dieci miliardi di fatturato e a quel punto non ce ne sarà più per nessuno».