Cori razzisti, Irrati: “Era mio dovere sospendere Lazio-Napoli”
Irrati durante Lazio-Napoli (afp) ROMA – Massimiliano Irrati non vuole passare per “eroe moderno”. L’arbitro di Pistoia mercoledì scorso ha deciso di sospendere per qualche minuto il match dell’Olimpico tra Lazio e Napoli per i continui ululati e “buuu” da parte della curva biancoceleste all’indirizzo del giocatore del Napoli Kalidou Koulibaly, diventando il primo fischietto a bloccare un match di calcio per cori razzisti. “Ho fatto solo il mio dovere, me lo consente il regolamento, anzi me lo impone. Ed è l’unica possibilità per stroncare questi fenomeni”.
GIUSTO SOSPENDERE IL MATCH – “Ricevere tanti complimenti è stata una sorpresa – ha aggiunto Irrati prima di entrare nello Stadio Olimpico di Roma per l’incontro indetto dalla Federcalcio tra arbitri, dirigenti, allenatori e calciatori di serie A -. I cori verso Koulibaly erano davvero imbarazzanti, stavo già pensando di sospendere la gara da qualche minuto, mi sono consultato con i miei collaboratori e la forza pubblica. Sospendere la partita definitivamente sarebbe stato un segnale molto forte, il regolamento me lo consente, ma subentrano altri fattori come l’ordine pubblico e l’evacuazione dello stadio, cose che non mi competono. Mi è dispiaciuto, però, sentire ancora gli stessi cori alla ripresa del gioco dopo tre minuti e quaranta secondi di interruzione. Ma noi abbiamo fatto il possibile ed è stato comunque un segnale forte. Mi auguro che sia l’ultima volta che parliamo di questa cosa. Koulibaly in campo si era accorto di questa cosa, lì per lì non ha detto niente ma forse era una situazione di imbarazzo anche per lui. A fine partita mi ha salutato in modo normale, mi ha fatto piacere che dopo mi abbia ringraziato per il coraggio che ho avuto ma io non ho avuto nessun coraggio, ho fatto solo quello che il regolamento mi impone di fare”.
PIOLI? L’ARBITRO SONO IO – Irrati ha poi replicato al tecnico della Lazio Stefano Pioli, secondo il quale sarebbe stato meglio non interrompere la partita: “Ognuno ha la propria opinione – ha sottolineato il direttore di gara -, ma l’arbitro sono io e so io cosa mi consente il regolamento e cosa mi impone”. Il fischietto toscano si è poi soffermato sul clamore suscitato dalla sua decisione. “Io sono una persona molto introversa, che vive una realtà molto provinciale nel senso buono del termine. Tutte queste attenzioni mi hanno fatto piacere, però non me l’aspettavo. Ad ogni modo fa piacere essere al centro dell’attenzione per cose positive”.
CORI RAZZISTI A KOULIBALY: DASPO PER DIECI LAZIALI – Dieci tifosi sono stati identificati dalla polizia per i cori razzisti nel corso di Lazio-Napoli. Dalla visione delle riprese delle telecamere a circuito chiuso dello Stadio Olimpico ed a seguito di attivita’ di indagine, sono state identificate le 10 persone, tutte appartenenti alla tifoseria Laziale, ritenute responsabili di discriminazione razziale nei confronti del calciatore Koulibaly; 5 di loro dovranno rispondere anche del travisamento. Tutti i tifosi riconosciuti sono stati sottoposti al D.A.Spo. e denunciati all’Autorita’ Giudiziaria. E’ tuttora al vaglio la posizione di ulteriori 40 tifosi.
JUVE-NAPOLI, RIZZOLI RESTA SUL VAGO – Presente all’incontro anche Nicola Rizzoli in odore di assegnazione per il match scudetto di sabato prossimo tra Juventus e Napoli. Il direttore di gara, però, dribbla le domande sulla sfida dello Stadium. “Non so se arbitrerò io quella partita, lo dovreste chiedere al mio designatore. Mi fa piacere che Montella abbia detto che sono l’arbitro ideale per questa partita, ma non decido io. Juventus-Napoli è una partita che non si prepara in qualche giorno, ma con largo anticipo. Come terrei a bada Allegri e Sarri? Non faccio il domatore e non devo tenere a bada nessuno, specie due tecnici come loro. Sono convinto che l’importanza e la tensione della partita saranno gestite bene dai calciatori, dagli allenatori e da chi sarà chiamato a dirigere la gara. L’obiettivo di un direttore di gara è quello di trasmettere serenità e fiducia. Anche nei matrimoni delle volte si litiga, l’unica cosa sarebbe più bello mantenere tutto in campo mentre a volte non succede”.
RISPETTO IN CAMPO E NO ALLA MOVIOLA – A chi dice che all’estero gli allenatori vengono allontanati con meno frequenza dagli arbitri, Rizzoli risponde: “Non ho mai arbitrato in campionati stranieri, ma in Champions League c’è un rispetto talmente alto che non c’è bisogno. Se ci considerassimo tutti sulla stessa barca ci si aiuterebbe di più – sottolinea il fischietto emiliano -. Aiutarsi vuol dire rispettarsi. Questo è quello che chiediamo ai giocatori. E’ una questione di cultura, è sempre difficile prendere delle decisioni importanti e quindi lo è anche accettarle”. Rizzoli si dice poi favorevole all’utilizzo della tecnologia, meno all’uso della moviola: “Non abbiamo nulla in contrario alla tecnologia, perché consente di avere risposte oggettive in tempi molto stretti. Poi però bisogna vedere di cosa si parla, perché applicare la moviola diventerebbe più difficile”.
serie A
- Protagonisti:
- massimiliano irrati
Fonte: Repubblica