OBIETTIVO NAPOLI – Paura di volare
Quando ti ritrovi lassù, tutto solo, e non ci sei abituato, un po’ di vertigine rischia di venirti. Perdi i punti di riferimento, gli appoggi, e tutto dipende solo da te. Ecco che allora può subentrare la paura, paura di volare, di spiccare il volo sopra tutti gli altri, lasciandoli alle spalle mentre insegui il tuo sogno. Al Napoli è successo un po’ questo. Si è ritrovato da solo in testa alla classifica, cosa che non gli succedeva da decenni, e si è fatto prendere da una sorta di panico. La spensieratezza e l’attenzione nei vari aspetti delle partite, sempre massimale nel suo gioco, è improvvisamente venuta meno, lasciando spazio spazio a spettri delle scorse stagioni, che da alcuni mesi a questa parte parevano flebili ricordi, di un passato ormai lontano che non sarebbe più tornato.
Dopo il gol del 2-0 contro l’Inter, gli azzurri sono piombati in una spirale di incertezza totale e la successiva sconfitta contro il Bologna ha confermato le difficoltà di una squadra apparsa nervosa e poco solida, eccessivamente vincolata ai capricci della Dea Bendata. Contro i nerazzurri la fortuna aveva strizzato l’occhio ai partenopei, con i due pali nel finale che hanno permesso all’undici di Sarri di conservare il 2-1 di vantaggio. A Bologna, invece, la buona sorte ha arriso agli emiliani, con le tante occasioni sprecate dagli azzurri nel corso del match, tra pali, errori di misura e prodezze di Mirante, ormai, insieme a Destro, affezionato membro del club “giocatori che resuscitano solo contro il Napoli”.
Se nel secondo tempo contro l’Inter il calo dei partenopei era stato dettato quasi esclusivamente da timori di natura psicologica, contro il Bologna gli errori degli azzurri sono stati evidenti in tutte le fasi di gioco e zone del campo. Difensivamente la squadra ha concesso troppo a Destro, unica punta dei rossoblù, che facilmente trovava lo spazio ed il tempo per inserirsi alle spalle di Albiol e Koulibaly. Questi ultimi si sono dimostrati troppo disattenti nelle chiusure ed insieme a Reina hanno contribuito a determinare un clima di complessiva fragilità dalle parti della retroguardia. A rafforzare i problemi difensivi hanno contribuito anche gli errori dei terzini e la prova negativa di Jorginho, la prima della stagione, in imbarazzo al cospetto dell’ardore di Diawara, che ne ha impedito una ragionata gestione del pallone.
In zona offensiva, poi, Sarri sta patendo una limitata possibilità di ricorrere a cambi che possano dare una scossa alla gara. Hamsik, unico centrocampista offensivo in rosa, non ha alcun ricambio naturale, ed è costretto a giocarle tutte con prevedibili conseguenze sulla sua lucidità. Con Gabbiadini out per infortunio, manca un’alternativa in attacco, che possa affiancare Higuaìn in gare come quelle di Bologna nelle quali, nei minuti finali, serve anche buttare qualche pallone in area e sperare. Con i problemi fisici patiti da Mertens, inoltre, a Sarri è mancata nelle ultime giornate una vera alternativa sulle due fasce, soprattutto a destra, dove un vero sostituto di Callejòn non è proprio presente nella rosa a sua disposizione.
I tifosi azzurri possono comunque trovare una, seppur magra, consolazione nei due gol realizzati da Higuaìn nel finale della partita contro il Bologna. Seppur inutili ai fini della classifica finale, essi hanno rappresentato una scossa in una gara in cui il Napoli sembrava essersi arreso troppo facilmente, vittima di un calo atletico e psicologico che sarebbe stato molto preoccupante senza la reazione finale. Le due reti del Pipita consegnano alle cronache un Napoli comunque vivo che, pur nella peggior gara della sua stagione, ha rischiato di portare a casa un punto che alla fine sarebbe stato pure meritato, nonostante i tanti errori, l’approccio sbagliato e la grande prestazione degli avversari. Questo potrebbe consentire a Sarri e ai suoi giocatori di passare oltre a questa debacle con più facilità. Una grande squadra è quella che riesce a trarre insegnamenti dalle sconfitte, studiandone attentamente tutti gli aspetti, archiviandole e ripartendo con una ritrovata consapevolezza dei propri punti di forza e degli aspetti da migliorare. D’altra parte non può essere una sola sconfitta a ridimensionare 105 giorni di imbattibilità ed una stagione, finora, comunque esaltante. La partita contro la Roma sarà l’occasione perfetta per rilanciare le ambizioni degli azzurri, che in ogni caso dovranno sempre tenere i piedi ben piantati sul terreno, senza farsi vincere, nuovamente, dalla paura di volare.