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Roma, a Firenze in palio il primato. Per Salah una partita che vale doppio

ROMA – Per tutta Italia è lo scontro al vertice del campionato, prima contro seconda. Per qualcuno però Fiorentina-Roma è anche altro. Mohamed Salah torna a Firenze da avversario, dopo la torrida estate delle carte bollate, delle dichiarazioni al vetriolo incassate da sponda fiorentina senza rispondere mai. Ora che si è preso la Roma, per lui è arrivata l’ora di presentare il conto.

SALAH TRA FISCHI E RIVINCITA – Il suo agente non vede l’ora e twitta la sua impazienza: “tick toc, tick toc”. Anche Mohamed Salah questo ritorno a Firenze, da avversario, lo aspetta da mesi. Da quando ha detto “no” alla Viola facendo valere una scrittura privata che gli consentiva di esprimere il veto sulla permanenza, attirando l’ira di uno stadio intero. Lo fischieranno, in Fiesole si sono armati di fischietti pur di rendere torrida l’accoglienza all’idolo rinnegato. Ma Salah non sembra troppo interessato a cosa lo aspetterà: miglior goleador in campionato della Roma insieme a Pjanic, 4 reti in 8 gare, una media realizzativa persino più alta di quella già significativa che aveva tenuto in Toscana. A Roma sarebbe dovuto arrivare a gennaio, poi i giallorossi che lo avevano in mano virarono su Doumbia, ma raccontano che di trasferirsi a Firenze Salah non fosse poi così convinto. Al punto che pochi istanti prima di firmare con i Della Valle l’agente richiamò Trigoria: “Sicuri che non vi serva?”. Ora vorrebbe dare un dispiacere a quella Fiorentina che in campo aveva fatto sognare e che per tutta l’estate ha lottato per bloccare il suo trasferimento in giallorosso. Anche recentemente l’ad viola Mencucci ha spiegato che “la questione non è chiusa, la Fifa deciderà se Salah si è comportato correttamente o meno e potrà sanzionarlo come riterrà opportuno”. Sabatini ha ribadito invece che il calciatore “non sarà squalificato perché non esistono minimamente i presupposti per farlo”. Nel dubbio, Salah vorrebbe togliersi lo sfizio di far male a chi l’ha amato e oggi lo rinnega a colpi di fischi.

SERVE CARISMA, DENTRO MAICON, DZEKO E CASTAN – Intanto Garcia deve gestire il complicato dopo-Leverkusen. Un pareggio che ha fatto male alla squadra, dominatrice assoluta fino a 6 minuti dalla fine e poi sparita come in un gioco di prestigio. Crollo che l’allenatore, come i dirigenti, hanno imputato alla mancanza di leadership in campo: curioso, per una squadra che schierava 9 nazionali più Rudiger (a novembre farà parte della Germania). Ma tant’è. Per questo, per far fronte alle carenze, Garcia sta pensando di ricorrere a tre degli uomini più carismatici nello spogliatoio. Magari già a Firenze: si tratta di Maicon, Castan e Dzeko. Con loro in campo, ne sono convinti i timonieri della Roma, la squadra non sarebbe evaporata negli ultimi istanti alla BayArena. In fondo il terzino è segnalato in ottima forma – e tanti, anche a Trigoria, si chiedono perché continui a restare fuori – il centrale sta lentamente ritrovando il ritmo e le misure per giocare stabilmente. Mentre Dzeko non vede l’ora di tornare protagonista. La domanda però è: chi sacrificare della squadra vista in Germania? Rüdiger e Torosidis sono finiti sul banco degli imputati, una delle punte potrebbe riposare. Garcia deve solo decidere se buttarsi.
 

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Fonte: Repubblica

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