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Raffaella Iuliano: “Chiudiamo gli occhi e ricordiamo l’odore del prato”

Raffaella Iuliano, giornalista sportiva, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “La prima volta che ho messo piede su un campo di calcio avevo 4 anni, il Napoli era in ritiro a Castel del Piano e inaugurava la stagione d’oro di Diego Armando Maradona. Di quel giorno percepisco ancora l’odore del prato, quella sensazione di purezza e appagamento che solo una passione innata può dare. Cosa è rimasto di tutto questo nel calcio d’oggi? Le pagine di calcio si confondono con quelle di cronaca, lo sport è soffocato sempre più dall’odio tra tifoserie e dall’immobilismo dei poteri forti. Per una finale di Coppa Italia un ragazzo è stato colpito da un proiettile, ma il carnefice prescelto dai media non è chi ha sparato, bensì un capo tifoso che quel giorno aveva scelto di indossare la maglia sbagliata. Paradossi italiani. Il giudice sportivo decide: Daspo di 5 anni a “Genny ‘a carogna” e 2 gare a porte chiuse per i napoletani. De Santis “il pistolero” è romanista, ma per la società capitolina nessun provvedimento. I tifosi giallorossi sfidano l’Italia con uno striscione per De Santis, ma da Tosel solo un’ammenda. Sono curiosa di sapere cosa c’è di “giusto”, in questa “giustizia sportiva”. Sono curiosa di sapere perché dopo dieci giorni prosegue il gioco al massacro su Napoli da buona parte della stampa nazionale. Intanto gli azzurri hanno risposto palla al piede: che bella prestazione a Marassi, su una Samp travolta dall’attacco partenopeo, che emozione il giro di campo della vedova Boskov, tra gli applausi commossi delle due tifoserie. E che brividi il 10 maggio, nel rivedere i protagonisti dell’epoca festeggiare ancora quel giorno magico in cui il Napoli lasciò un segno nella storia, quel giorno in cui Partenope dimostrava la sua superiorità a tutta Italia. Di questo dovremmo parlare quando si tratta di calcio, tutti hanno il diritto di gioire e soffrire per una passione pura e travolgente, senza pistole, senza cori, offese e striscioni vergognosi. Solo la maglia, chiudiamo gli occhi e ricordiamo che cos’è, il calcio. L’odore del prato, un gioco, inseguendo un pallone”.

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