Roma, il giorno di Gerson. Sabatini lo difende: “La maglia n.10? Gliel’ho mandata io”
ROMA – Finalmente è il giorno di Gerson: alle 7 del mattino, il 18enne attaccante proveniente dal Fluminense era già a Fiumicino, accompagnato dal padre e dall’agente, e in giornata firmerà il contratto che legherà alla Roma per i prossimi 5 anni. Il giovane brasiliano sarà presentato ai tifosi in occasione dell’Open Day della Roma e seguirà dalla tribuna il match contro il Siviglia ma poi dovrà tornare in patria: il club giallorosso, infatti, non può ancora tesserare ufficialmente Gerson in quanto extracomunitario. Il nuovo acquisto terminerà l’anno solare giocando ancora per il Fluminense, mentre a gennaio dovrebbe essere girato in prestito a qualche club italiano (si parla di Sampdoria e Bologna quali possibili destinazioni), per poi approdare definitivamente alla Roma dalla prossima stagione.
SABATINI: “GERSON CON LA MAGLIA N.10? ERRORE MIO, LUI NON C’ENTRA” – L’arrivo di Gerson, però, è stato disturbato dalla ‘gaffe’ del neoacquisto, che ha pubblicato su Twitter una foto che lo ritraeva con la maglia giallorossa con il suo nome e il numero 10: il delitto di lesa maestà nei confronti di capitan Totti non è andato giù a tanti tifosi, che hanno espresso la propria rabbia sul profilo del talento brasiliano. A gettare acqua sul fuoco, però, è Walter Sabatini, che si assume ogni responsabilità e scagiona Gerson: “Questo ragazzino non c’entra niente in questa storia, trattatelo bene, perché ha fatto una scelta molto importante – dice Sabatini intervenuto a ‘Roma Radio’ – è una mia responsabilità. Gerson non può essere insultato perché ha preso in mano la maglia di un grande giocatore, forse il più grande giocatore italiano. Sono io l’unico responsabile, quella maglia gliel’ho spedita io”.
“BASTA ATTACCHI, LASCIATECI LAVORARE” – “Questo ragazzino ha fatto una scelta difficile (lo voleva il Barcellona, ndr) e non l’ha fatta per soldi – prosegue Sabatini – Io ho usato argomenti alternativi per convincerlo e uno di questi è stato Totti. Le giocate del capitano non sono replicabili, nessuno sarà in grado di farlo. Il passaggio a Gervinho a Valencia bisognerà aspettare 15 anni di calcio internazionale per rivederlo. Ma a Totti il rispetto glielo diamo noi ogni giorno, preoccupandoci di tutto quello che fa e di quello che sarà il suo futuro. Noi lo stimiamo, gli vogliamo bene. Questo ragazzo che sta venendo alla Roma che ne sa? Ha orgogliosamente esibito la maglia numero 10 di Totti. La Roma non può essere vittima di agguati quotidiani, ha il diritto di lavorare serenamente”.
serie A
- Protagonisti:
- Gerson
Fonte: Repubblica