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Juventus, Mandzukic: “Sono venuto qui perché è la squadra più forte”

TORINO – Poche parole, nessun proclama: Mario Mandzukic sceglie il basso profilo nel giorno della sua presentazione ufficiale al mondo bianconero. Dribbla le domande come fossero difensori. Non promette raffiche di gol: “Più o meno di 15? Non mi sento di garantire niente. E non chiedetemi quanti tatuaggi ho: è una questione irrilevante e personale”. Si sbottona soltanto quando parla di Champions League: “L’anno scorso la Juve ha fatto un gran bel lavoro: nessuno si aspettava di vederla in finale. La sfida con il Barcellona è stata equilibrata: entrambe le squadre hanno avuto l’opportunità di vincere la Coppa. La Juve non è stata molto fortunata ma ha messo le basi per ripartire e conquistare la prossima Champions”. Mandzukic ha stravinto la sfida ‘dell’applausometro’ contro Dybala e Khediraha: dopo la conferenza stampa di presentazione è stato letteralmente travolto dall’affetto di centinaia di tifosi bianconeri incontrati al Megastore della Juventus.

L’ex centravanti dell’Atletico Madrid, costato 19 milioni più 2 di eventuali bonus, dimostra di conoscere bene l’attualità juventina, promuovendo (ci mancherebbe…) la rivoluzione dell’organico attuata dai bianconeri: “Come sarà la Juve senza Pirlo, Tevez e probabilmente Vidal? Sono giocatori straordinari: qualsiasi squadra sentirebbe la loro mancanza. Ma nel calcio c’è chi viene e c’è chi va: la Juve sta pensando al futuro, inserendo forze fresche. Mi auguro che resteremo forti come l’anno scorso”. A proposito di incroci di mercato, il suo ex compagno Götze (nel Bayern 2013-14) potrebbe compiere il tragitto inverso di Vidal, traslocando da Monaco a Torino: “Mario può giocare in qualsiasi squadra. Se gli ho chiesto di venire alla Juve? No, non l’ho chiamato  –  prosegue Mandzukic -. E comunque ultimamente non ho seguito molto i media…”

Nessun dubbio sulla Juve: “Perché sono qui? Perché questa è una grande squadra. E’ stata una scelta facile: qui ci sono ottimi giocatori. Da anni, inoltre, nutro una grande simpatia per la Juve”. Il 29enne Mandzukic riavvolge il nastro delle sue sfide contro i bianconeri e l’Italia: “E’ sempre stato difficile giocare contro la la Juve, ma ora non dovrò più combattere contro una delle difese più forti che abbia mai affrontato. Io e Buffon ci siamo sempre salutati con grande simpatia. E l’ultima volta che l’ho incrociato a Spalato gli ho detto che è tra i miei idoli”.

Con Mandzukic, la Juve ha trovato un bomber d’area alla Trezeguet. A proposito, Mario ha scelto la maglia 17, la stessa che indossava Re David: “E’ il mio numero in Nazionale, nonché quello che avevo a inizio carriera, in seconda divisione croata”. A differenza di Khedira, l’attaccante di Slavonski Brod non parla (ancora?) italiano. Ma ha già imparato a mettere il “noi” al posto dell'”io”, come va di moda a Vinovo: “Che tipo di giocatore sono? La Juve è una famiglia, non voglio parlare troppo di me  –  conclude Mandzukic -. Quanta esperienza internazionale posso portare? Posso soltanto dire che darò il massimo e che sarò sempre al servizio della squadra”. Del resto, la generosità non gli è mai mancata: vedere, per credere, come rincorre gli avversari.  
 

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Protagonisti:
mario mandzukic
Fonte: Repubblica

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