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EDITORIALE – Benitez e gli improbabili paragoni con Sarri. Ma della strategia comunicativa della SSCN neanche una riga

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Sono arrivati Valdifiori e Reina e sono ormai prossimi anche quelli di Allan e Astori. Al 9 luglio, se volessimo tracciare un piccolo bilancio, senza aver ceduto nessuno dei ‘big’, il Napoli si è indubbiamente rinforzato, o quanto meno non indebolito, andando a rinforzare quei settori (in primis in porta) che l’anno scorso hanno rappresentato dei veri e propri talloni d’achille.

Fatta questa doverosa premessa, dopo il cambio in panchina e di strategia societaria, assistiamo all’ennesimo elogio dell’allenatore di turno (Sarri) e al successivo discredito verso quello precedente (Benitez) , come ha fatto questa mattina il Corriere dello Sport edizione Campania in prima pagina.
Questo ci rimembra ciò avvenne due estati fa quando, arrivato lo spagnolo per sostituire Mazzarri, si riempirono la bocca di parole come internazionalizzazione e di gioco europeo, denigrando il lavoro del suo predecessore (due qualificazioni Champions e una Coppa Italia dopo aver preso una squadra nei bassifondi della classifica), pur non disponendo di una squadra qualitativamente omogenea in tutti i reparti.
La stessa cosa sta ora accadendo con Benitez, che se è vero che si è macchiato di due qualificazioni mancate in Champions (con le attenuanti del caso), ha portato a casa due trofei in due anni, oltre ad aver giocato una storica semifinale europea, che solo per le imprecisioni dell’attacco abbiamo perso, oltre ad averci lasciato al 14esimo posto del ranking europeo, risultato che non raggiungevamo dai tempi di Maradona (ma non ditelo in giro…). In un biennio in cui gli è stato tolto pure il portiere titolare (Reina), per puntare su due estremi difensori dimostratisi palesementi inadeguati per le ambizioni del Napoli.

Qui ora non vogliamo incensare nè Benitez nè Mazzarri, che in questi anni abbiamo spesso criticato, e neanche screditare il nostro nuovo allenatore che anzi abbiamo sponsorizzato il 24 maggio come successore di Rafa, ma ci fanno sorridere questi improbabili ed improponibili paragoni col suo predecessore, senza aver neanche giocato una partita ufficiale. Siamo fiduciosi che Sarri svolgerà un ottimo lavoro, a patto di ricevere l’appoggio totale della società, sia in sede di mercato che negli inevitabili momenti negativi che vivremo durante questo lungo anno calcistico.
Quello che ci preme sottolineare è come, spesso e volentieri, la critica è di parte e poco oggettiva. Per capirci: se Benitez non è riuscito a lottare per lo scudetto prima e a mancare la Champions poi, non è solo per demeriti propri, ma anche per manchevolezze della società, sia in termini di programmazione, che di comunicazione. Aggiungiamo di più: al netto degli errori commessi dal tecnico iberico e che abbiamo sempre sottolineato, si continua a dibattere su Rafa, in termini chiaramente dispregiativi. Evidentemente lo spagnolo ha lasciato strascichi che vanno al di là di un campo di calcio, se è vero che alla vigilia del raduno a Dimaro del ‘nuovo’ Napoli in molte trasmissioni tv e giornali, si continua a parlare di lui, e non ci si proietta sul futuro. Il futuro del Napoli di Sarri e della nuova strategia comunicativa della società. 

In attesa che la società si pronunci su quali siano gli obiettivi di quest’anno, e magari anche quelli futuri, Pianetazzurro continuerà nella sua informazione, nonostante i limiti imposti dalla società Calcio Napol derivanti dalle imposizioni del suo ufficio stampa perpetrati ormai da anni nei nostri confronti che noi, chiaramente, non intendiamo seguire, andando sempre oltre le antipatie e simpatie del caso.

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