Napoli-Lazio 2-4: biancocelesti terzi, gli azzurri scivolano al quinto posto
NAPOLI – Giocarsi un’intera stagione in 90 minuti è qualcosa di rara crudeltà. A Napoli e Lazio, però, non è mancata la “coerenza”. Si sono affrontate con i pregi e i difetti che ne hanno caratterizzato l’annata, mettendo in mostra grande abilità e spaventose lacune. Ai preliminari di Champions League, però, ci va quella che per tutto l’anno si era mostrata più squadra. Gli abbracci a centrocampo sono tutti per i ragazzi di Stefano Pioli, che vivono una partita sulle montagne russe, rischiando anche l’incredibile beffa dopo aver già perso al fotofinish la Coppa Italia con la Juventus e il derby-secondo posto contro la Roma. Ci va la Lazio, dunque. E per una volta la firma decisiva non la mette certo “l’uomo più atteso”.
ONAZI DA CHAMPIONS – Minuto 85, Eddy Onazi è entrato in campo dalla bellezza di 120 secondi per dare respiro a un leonino Danilo Cataldi. Break di Klose, Ledesma guida la transizione, Maggio lo ferma con una scivolata tutto cuore. Una grande chiusura diventa però un’incredibile assist per il centrocampista nigeriano. Che ci crede più di tutti, guarda Andujar, può fare poco ma quello che gli è concesso è sufficiente. Piattone destro aperto, rasoterra lento ma chirurgico che non scrive la parola fine sul match soltanto perché in pieno recupero arriva il timbro conclusivo di uno che bomber consumato lo è davvero. Miroslav Klose insacca di testa il 2-4 su invito dell’altro veterano Ledesma, il San Paolo si era già praticamente svuotato, la festa della Lazio può iniziare. Ma prima c’era stato molto da raccontare.
UNA LAZIO PIU’ ACCORTA – Pioli sembra aver recepito la lezione del derby, accantona il 4-2-3-1 e rispolvera il 3-4-3 della finale di Coppa Italia, pronto a diventare 5-4-1 quando c’è da soffrire. Nel primo tempo l’unico brivido è a firma Callejon, messo da Higuain davanti a Marchetti: il destro dello spagnolo esce di un battito di ciglia, poco prima il portiere biancoceleste si era complicato da solo la vita su un mancino tutt’altro che irresistibile di Higuain. La Lazio, al contrario del Napoli, si riscopre insospettabilmente cinica. Bella manovra sulla sinistra, Lulic scarica per la sponda di Candreva, il sinistro di Parolo viene leggermente deviato da Inler ma non è particolarmente velenoso. Andujar vuole fornire materiale ai fotografi provando la parata scenica, finisce lo stesso in prima pagina ma per altri motivi: intervento mancato con la mano di richiamo e pallone sotto la traversa. Il Napoli è sfilacciato e sfiduciato, nell’unico minuto di recupero si fa sorprendere in maniera incredibile da un filtrante di Lulic che taglia in due una difesa difficile da chiamare con questo nome. Candreva fa 40 metri in solitudine e batte Andujar, è un raddoppio che ucciderebbe chiunque.
SCINTILLA AZZURRA – L’avvio del secondo tempo conferma i segnali, i padroni di casa entrano in campo molli, Benitez prova a suonare la sveglia inserendo Gabbiadini per Inler, con Hamsik che scala in mediana e sale prepotentemente in cattedra. La stanchezza di un’intera stagione si impadronisce improvvisamente dello stakanovista Parolo, che si addormenta sulla pressione dello slovacco. Tocco dentro per Callejon, il cross per il solissimo Higuain è facile facile, per l’argentino insaccare a porta vuota contro una delle sue vittime preferite si rivela un gioco da ragazzi. Ed è qui che entrano in ballo i limiti palesati per tutta la stagione dalla Lazio e la capacità pazzesca del Napoli di infiammarsi di colpo. I biancocelesti si specchiano nel possibile successo e si spaventano, come spesso capitato durante l’anno. L’odore della rimonta si percepisce subito dopo l’1-2, con una conclusione di Mertens che de Vrij salva miracolosamente sulla linea e un diagonale centrale di Callejon, respinto da Marchetti. I capitolini annaspano, Parolo infila due gialli di rara ingenuità e va sotto la doccia anzitempo. Felipe Anderson è il manifesto di una squadra in apnea, il brasiliano, abituato a correre in avanti palla al piede, indietreggia per 30 metri, facendosi “mangiare” da Koulibaly. Mertens salta secco Mauricio e pesca Higuain in area di rigore, per “el Pipita” è il giardino di casa, stop e tiro, il 2-2 è cosa fatta. E’ il 19′ della ripresa, tutto o quasi dice Napoli.
HIGUAIN SALVA ROCCHI – Parte del quasi è nei piedi di Ghoulam, che nel giro di quattro minuti imita Parolo e ristabilisce la parità numerica in campo. Pioli inserisce Ledesma per un Felipe Anderson sull’orlo delle lacrime per il disastro compiuto – orlo che sarà ampiamente superato al triplice fischio finale per lo scampato pericolo – e la Lazio sembra ritrovare le distanze giuste fra i reparti. Alla mezz’ora, però, il San Paolo pregusta il ribaltone. Maggio salta Lulic all’ingresso in area, il bosniaco va in scivolata. Il contatto c’è, Rocchi si ritrova in una situazione sinistramente simile a quella che lo vide protagonista con il contatto Pjanic-Pogba allo Juventus Stadium. Anche stavolta il fischietto assegna il penalty, i dubbi restano molti pur analizzando la riproposizione. Higuain vuole il tris per prendersi il San Paolo ma i rigori non sembra proprio parte del suo pressoché infinito repertorio, il destro in curva permette alla Lazio di rifiatare e di scalfire le poche certezze di un Napoli che si spegne così come si era acceso, per caso. Il finale è di Onazi e Klose, di Felipe Anderson che può dimenticare l’errore del 2-2, di Marchetti che chiude coi pugni stretti per il mal di schiena e di Stefano Pioli, che ha portato sul terzo gradino del podio una formazione che a inizio anno a stento veniva inserita fra le pretendenti per l’Europa. Rafa Benitez, invece, lascia fra i fischi. Doveva quantomeno lottare per lo scudetto, chiude mestamente e sorprendentemente quinto, superato in extremis anche dalla Fiorentina. Lo attende un aereo che sembra destinato al Santiago Bernabeu, sulla panchina più prestigiosa d’Europa o giù di lì. Non si può dire che gli sia andata male.
NAPOLI-LAZIO 2-4 (0-2)
Napoli (4-2-3-1): Andujar 5; Maggio 6, Albiol 5, Koulibaly 5, Ghoulam 4.5; Inler 5 (8′ st Gabbiadini 5.5), Lopez 5.5; Callejon 5.5 (44′ st Zapata sv), Hamsik 7, Mertens 6 (32′ st Insigne 5.5); Higuain 6.5. (Colombo, Contini, Henrique, Mesto, Strinic, Zuniga, Gargano, Jorginho). All.: Benitez
Lazio (3-4-3): Marchetti 6; Mauricio 5.5, de Vrij 6.5, Gentiletti 6; Basta 6.5, Cataldi 7 (38′ st Onazi 6.5), Parolo 5.5, Lulic 6.5; Candreva 7.5, Djordjevic 6 (33′ st Klose 6.5), Anderson 4.5 (20′ st Ledesma 6.5). (Berisha, Strakosha, Braafheid, Cana, Ciani, Novaretti, Mauri, Keita, Perea). All.: Pioli
Arbitro: Rocchi
Reti: 33′ pt Parolo, 46′ pt Candreva, 10′ e 19′ st Higuain, 40′ st Onazi, 47′ st Klose
Ammoniti: Mauricio, Candreva, Djordjevic
Espulsi: Parolo e Ghoulam per doppia ammonizione, Bigon per proteste
Recupero: 1′ e 5′
Note: al 31′ st Higuain ha calciato alto un rigore
Fonte: Repubblica