Nunzia Marciano: “Napoli, credici! Nulla è perduto!”
Nunzia Marciano, giornalista, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Dovevamo mangiarci il Dnipro. Ci siamo mangiati i gol. Chiariamo, a giocare il Napoli ha giocato, ha provato, ha creato ma ha sprecato e soprattutto Boyko ha parato. Tanto e troppo. Un San Paolo strapieno per Napoli-Dnipro da grande serata come meritava la gara d’andata della semifinale d’Europa League, quella di 26 anni dopo, quella che fa vivere ad un passo dalla gloria, quella che può far riscrivere la storia. Del Napoli. “Magnammancill” recitava lo striscione rosso della curva B col volto di Hannibal Lecter e il fuoco rosso anch’esso dei petardi a completare una pazzesca coreografia, che faceva prevedere un San Paolo da bolgia infernale. Il Napoli meritava per grandezza, per precisione, per predominio. E soprattutto meritava di onorare il bel gol di Lopez: colpo di testa da calcio d’angolo. Una di quelle reti che non ti aspetti, che a momenti pensi che se è vero che David può segnare così allora sarà vera pure la storia di quello con la barba che vive al Polo Nord. E allora ci credi, a tutto, al gol, alla partita, al Napoli, a Varsavia, alla Coppa, e in preda all’euforia, inizi a credere pure che alla fine gli uomini possano avere più di un neurone per fare una sinapsi. Credi a tutto. Ci credi insomma, ma non credi ai tuoi occhi quando un guardialinee momentaneamente accecato da chissà cosa, segnala come regolare un gol in stranetto e clamoroso fuorigioco. Salti dal sediolino della Tribuna, cerchi conferma in chi ti circonda e sono tutti increduli, perlomeno quanto te. Un arbitraggio che vale quasi tutto lo sfogo di un “incazzato nero” De Laurentiis che in una gremita sala conferenza punta il dito contro Platinì, reo di aver mandato a Napoli una dubbia squadra arbitrale. I toni del patron, fortissimi, saranno i titoli dei giornali del giorno dopo e forse anche una buona mossa di quelle a cui ci ha abituati il Presidente. Di certo questa era una di quelle gare da 3 a 0 per il Napoli e tutti a casa, a fare i bagagli per Varsavia. E invece no. Finisce 1-1 tra le mura amiche. Adesso bisogna giocarsela a Kiev. Bisogna rialzarsi e combattere, bisogna continuare a correre, ad andare a 100 km all’ora sull’autostrada di questa Europa League, come recitavano gli striscioni della Curva A. Perché non si può mollare, non si può smettere di combattere, non si può farsi piegare da una serata sbagliata con un gol di troppo per il Dnipro e per i suoi tifosi in shorts e canotta, venuti a Napoli a prendersi la bella giornata e che tornano a casa con un buon pari. Ma ribadiamolo, nulla è detto, nulla è perduto, nulla è finito. Bisogna solo crederci. E noi di crederci in questo Napoli non ci stancheremo mai”.