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Lazio, Mauri e Klose in dubbio per il Parma: ma Pioli ‘riacquista’ Parolo

ROMA – Per mettere alle spalle l’inaspettato passo falso con il Chievo, la Lazio ora vuole prendersi i tre punti nella seconda partita consecutiva all’Olimpico nel giro di 4 giorni.

PAROLO DI NUOVO IN GRUPPO – Mercoledì a Roma arriva il Parma, un avversario tutt’altro che semplice da affrontare: prima di tutto perché nelle ultime sei giornate solo Juventus (12) e Lazio (13) hanno totalizzato più degli 11 punti racimolati dalla squadra di Donadoni. In secondo luogo perché i biancocelesti continuano a convivere con l’emergenza. Che persiste nonostante l’allenamento odierno si sia aperto un una buona notizia, ossia il rientro di Parolo in gruppo. Il centrocampista si è allenato regolarmente, ma difficilmente sarà rischiato già mercoledì. Molto più plausibile un suo ritorno in occasione della partita con l’Atalanta di domenica prossima. Nella stessa occasione dovrebbe tornare anche il capitano Stefano Mauri, assente contro il Chievo per un problema all’inguine che continua a dargli fastidio.

MAURI E KLOSE IN DUBBIO CON IL PARMA – Al momento l’intenzione dei medici è di non rischiarlo, ma le sue condizioni saranno valutate in questi giorni. Stesso discorso per Klose, uscito nella ripresa domenica per un dolore alla schiena che aveva già rischiato di fermarlo alla vigilia del match con i clivensi. Anche Miro è in dubbio per la gara con il Parma, ma rispetto a Mauri le sensazioni sono più positive. Nel caso in cui non dovesse recuperare, sarà Keita a partire titolare. Pioli sarà (più o meno) obbligato a mandare in campo lo stesso undici visto contro il Chievo, con l’eccezione di Cataldi (al rientro dalla squalifica) che probabilmente prenderà il posto di Onazi in mediana. Secondo quanto riportato dal medico sociale Salvatori, anche Gentiletti e Djordjevic potrebbero essere convocati con il Parma, sebbene resti più ipotizzabile una loro chiamata con l’Atalanta.

ss lazio

serie A
Protagonisti:
Stefano Pioli
marco parolo
miro klose
stefano mauri
Fonte: Repubblica

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