Il fattore H colpisce ma rigenera anche l’orgoglio di un gruppo
Come un uragano, che porta distruzione. Con la stessa potenza, devastante, Gonzalo Higuain s’è abbattuto sul Wolfsburg, riprendendosi il suo ruolo di leader e protagonista. La notte tedesca ha vissuto dei suoi sussulti e di quelli di un Napoli risollevatosi dopo le polemiche dei giorni scorsi. Una metamorfosi attesa, come quella del Pipita a cui s’è giustamente aggrappato Rafa Benitez, per portare avanti il progetto europeo. S’era parlato dei gol pesanti di cui il Napoli avrebbe avuto bisogno per indirizzare positivamente il confronto coi tedeschi nella gara di andata. E quelle prodezze sono arrivate dal suo uomo migliore. È stato un bel vedere, Higuain, nella sua armonia e nonostante quel tocco braccio-mano col quale s’è aggiustato il pallone per il gol del vantaggio. Il signor Mateu Lahoz però non l’ha visto, il doppio fallo, come il suo assistente di linea. La rete del Pipita ha avuto più di un significato, ha rappresentato una risposta decisa al suo presidente, a chi aveva attaccato lui e i compagni in un momento d’inspiegabile ira. Quelle parole frustranti e offensive hanno scatenato la reazione del gruppo, allenatore compreso. Hanno stimolato Higuain a riprendersi il Napoli. Dalla Germania torna una squadra pienamente ritrovata.
RIECCO HAMSIK A sostenere l’azione del Pipita ci sono stati Callejon e Mertens sugli esterni e al centro Marek Hamsik, un altro talento riesploso dopo aver dato i primi segnali di ripresa, domenica contro la Fiorentina. Il centrocampista slovacco ha ritrovato la memoria prima di se stesso, s’è ricordato di essere un giocatore dai piedi buoni, un altro talento a disposizione del progetto Napoli. «Una grande prestazione di tutti, è un risultato che non ci aspettavamo, ma forse potevamo meritare anche di più – ha detto alla fine –. Il gol subito? Peccato, ma l’importante è aver segnato quattro volte. Sto giocando meglio? I giornali parlano, ma io sono sempre contento delle mie prestazioni». Anche lui è stato un bel vedere, ha agito con classe, comandando il gioco e realizzando una doppietta, assistito da Higuain e Callejon. Tre piccoli capolavori, che Napoli apprezzerà, perché aprono la strada verso la semifinale: la gara di ritorno potrebbe essere pura formalità.
A TESTA ALTA Stavolta ha lasciato il campo a testa alta, il Pipita, diversamente da quanto aveva fatto domenica nel momento in cui Benitez l’aveva richiamato in panchina a 15’ dalla fine: un’altra partita si sarebbe conclusa senza reti personali. Ma la notte di Wolfsburg è servita a restituirgli l’orgoglio che era stato devastato dalle critiche e dalle accuse del presidente. E servirà pure a dare maggiore convinzione al gruppo, impegnato com’è nella rincorsa al terzo posto.
La Gazzetta dello Sport