Messi non è meglio di Maradona… e neppure di Pelè
E’ l’altra sentenza emessa, in maniera inappellabile, dal mondiale dei mondiali. Doveva essere la celebrazione dei numeri 10, la rivalutazione della fantasia al potere, è stata la consacrazione del rigore tedesco: la programmazione paga sempre
Maradona è ancora meglio di Pelé (secondo noi) e di Messi (secondo l’albo d’oro della coppa del mondo). E’ l’altra sentenza emessa, in maniera, inappellabile, dal mondiale dei mondiali. Doveva essere la celebrazione dei numeri 10, la rivalutazione della fantasia al potere, è stata la consacrazione del rigore tedesco. Ha sempre ragione lei, la signora Merkel, arrivata di corsa nella tribuna del Maracanà, per assistere alla esaltazione di un’idea: nel calcio, come nella politica e nella vita, la programmazione paga.
Dal ’90 la Germania non vinceva un mondiale, ma tra le due vittorie in mezzo c’è stata una crisi epocale. Il pallone ha seguito il Paese, e questa vittoria vorrà dire qualcosa anche per noi, che siamo nel bel mezzo del guado. I tedeschi sono ripartiti dopo fallimenti e scandali, oggi hanno un campionato, la Bundesliga, che produce utili e moltiplica gli spettatori, ora hanno pure la nazionale campione del mondo. La formazione è il manifesto dell’integrazione, l’allenatore un severo programmatore, i calciatori un esempio di professionalità esportata nei campionati di tutta Europa, compreso il nostro che ospita il cannoniere di tutte le edizioni mondiali, Klose.
Di fronte, nell’ultimo atto, la Germania aveva il suo esatto opposto. In Argentina vivono un campionato ridotto a una fiera di paese riservata a vecchie cariatidi e giovani troppo acerbi. Con la nazionale esportano una squadra feudale, asservita al suo campione più grande, il più grande di tutti secondo i più. Non il più grande di tutti i tempi, proprio a causa di questa sconfitta che segnerà un’era. Messi non è ancora meglio di Maradona. E neppure di Pelé.
Fonte: Sky