Benitez riparte, fiducia alla squadra
La rabbia è sbollita. «Adesso sono ok e pronto per affrontare la prossima partita». Benitez non ha ritrovato il sorriso («Sono qui per vincere, per questo mi dà tanto fastidio perdere»), ma in 48 ore è riuscito almeno a voltare pagina, lasciandosi alle spalle la malanotte (in campo e fuori) di Torino. «Sono molto tranquillo: possiamo vincere, pareggiare o perdere, però ho la certezza che daremo il cento per cento», ha assicurato l’allenatore spagnolo, proiettandosi sulla delicata sfida di stasera (20.45) all’Olimpico contro la Lazio. È la semifinale d’andata della Coppa Italia e per il Napoli si tratterà anche dell’ennesimo esame di maturità: più difficile dopo l’ultimo passo falso in campionato, che gli azzurri non hanno avuto nemmeno il tempo di metabolizzare. Iniziano a farsi sentire le conseguenze fisiche e mentali del pesante tour de force invernale, con la esclusione dall’elenco dei convocati di due titolari per affaticamento muscolare: Maggio e Gargano. «È impegnativo andare in campo ogni tre giorni, avendo l’obbligo di fare sempre risultato. È una questione di crescita che ancora ci manca. Avere questa esperienza e questo approccio è costoso a tutti i livelli», non ha potuto negare alla vigilia Rafa, imputando a un brusco calo di tensione l’inopinata sconfitta di domenica. Con la pancia piena («Dall’inizio del 2015 abbiamo avuto il 77 per cento di successi e appena tre passi falsi») è meno semplice sfoderare ogni volta la stessa carica agonistica. Eppure bisogna insistere. «A noi e ai nostri tifosi piace essere in corsa in tre competizioni e provare ad arrivare al traguardo in tutte. I giocatori di questo gruppo hanno già vinto due titoli e sono sulla strada giusta per farlo ancora. Questo deve diventare un’abitudine, non deve succedere ogni 25 anni. Ripartiamo dagli errori commessi: la chiave è l’intensità». Benitez è convinto che la squadra abbia recepito il suo severo messaggio. «Facciamo tante riunioni: positive e quando occorre negative, analizziamo sempre tutti insieme quello che abbiamo fatto. Questa volta ho parlato anche singolarmente con qualche calciatore e il mio discorso è stato molto chiaro. Abbiamo vinto due titoli, tutti insieme si può vincere di più. Se devo ripetere il discorso dopo ogni sconfitta, lo faccio. Mi prendo la mia parte di colpa». Non una lamentela sugli arbitri: la scena muta a Torino era stata un autogol. Rafa s’è presentato alle telecamere senza aver ancora rivisto le (presunte) azioni discusse alla tv. E solo a quel punto s’è reso conto che non avrebbe avuto senso insistere con l’immotivata protesta, né tantomeno buttare la croce sulla squadra. «So che è un mio dovere parlare coi media, ma quando vedo qualche cosa che non mi piace devo dirlo prima all’interno degli spogliatoi…». Caso chiuso, insomma. Con una sola postilla polemica, legata al “diverbio” su Sky con l’opinionista Massimo Mauro. «Se parliamo di politica o golf, posso ascoltare anche le impressioni di un tifoso della Juve, ops del Napoli… Se invece è il calcio, l’argomento, preferisco di certo discuterne con altri…». Fine del teatrino: meno male che si rigioca. Il Napoli è partito in treno per Roma e ha passato la vigilia in ritiro: preparandosi alla gara di stasera all’Olimpico. «La Lazio ha tanta velocità, sta facendo davvero bene: dovremo mettere in campo la sua stessa intensità con un approccio diverso a Torino», s’è raccomandato Benitez, affidandosi pure al suo staff per azzeccare il turn over. «Confronteremo i dati di tutti i giocatori: poi ci aspettano Inter e Dinamo, altre due partite in cui dovremo dimostrare il nostro valore». Spazio allora a Henrique, Inler, Jorginho, Gabbiadini e Mertens. Toccherà a loro tenere in lizza gli azzurri su tre fronti.
La Repubblica