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Feriti, petardi e sediolini in aria: che squallore la giornata dei tifosi

02_40-NAPOLI-ROMA-TIFOSI--FOTOCUOMO-2Ore 13 appuntamento a Nyon, abbinamenti per gli ottavi di Europa League. Mancano le teste di serie, c’è il rischio che il Napoli incroci una delle altre 4 italiane sulle 16 promosse. Ma è un Napoli che non sa essere felice: è coinvolto nei commenti sui disordini. Gravi quelli di Rotterdam, sospesa Feyenoord-Roma. Lievi ma ugualmente intollerabili quelli di Napoli.

Si arriva allo stadio attraversando lo sdegno dei tifosi. L’amareggiato stupore di chi non sa spiegarsi gli incidenti delle ultime ore. Le radio accompagnano a Fuorigrotta elencando l’ennesimo bollettino della vergogna. Tifosi turchi aggrediti e feriti: è questa la città dell’accoglienza? È la buona Napoli che si sente tradita nella sua orgogliosa sensibilità di metropoli: il calcio internazionale è un infido megafono. Diffonde, dilata, deforma. Che si dirà all’estero di noi, si domandano fino a pochi minuti prima della partita, e noi che potremmo vivere di turismo possiamo ricadere nel più ottuso autolesionismo? Il bollettino, eccolo nella sua tetra sequenza. Ore 12, in via Caracciolo sei turchi a bordo di un Suv della Nissan noleggiato mercoledì sera sono affiancanti da uno scooter. I maledetti motorini della piccola criminalità. Le schegge del vetro infranto feriscono uno dei sei. Intervengono dei passanti, telefonano al 118. Il primo ferito della giornata è medicato in ospedale, e dimesso. Potrebbe trattarsi di un tentativo di rapina. Ore 16, piazza Miraglia, qui non c’è dubbio. Volgare squadrismo. Un ragazzo vede tre tifosi turchi. Sono a piedi. Un fischio è il segnale: sbucano in sei da via del Sole per un assalto. Pugni e schiaffi nella rissa. Il retroscena: agguato per vendicare il lancio di oggetti sul settore dei napoletani a Trabzon. Ore 17, piazzale Tecchio. Altra rissa. Arrivano in tre con una Honda, attaccano tre turchi seduti davanti ad un bar. Aspettano tranquilli l’inizio della partita. Hanno sciarpe e insegne della loro squadra. Prognosi di otto giorni di un ragazzo di Trabzon medicato e dimesso all’ospedale San Paolo. Non è invece collegato agli assalti l’arresto di un tifoso trovato dalla polizia con un coltello in tasca. Se era davvero programmata una rappresaglia, sette giorni dopo lo 0-4 in Turchia, sorprende che non sia stato captato uno spiffero di rancore. Bastava per un minimo di prevenzione. Ma questa è cronaca ordinaria di una città indifesa. Né si poteva ignorare l’arrivo di tifosi al seguito di un club straniero in una sfida internazionale: qualcuno doveva segnalare, qualcuno doveva proteggere. Un equivoco inquina di nuovo i rapporti. E stavolta i napoletani che quasi arrossendo avevano commentato agguati e rischi non interpretano l’improvviso feroce urlo al minuto 61: non sanno che è un rito che si ripete negli stadi, per celebrare il 1461, anno dell’occupazione dell’Impero Ottomano. Scoppio di petardi e cori scomposti sono la replica dei napoletani, i turchi offesi lanciano seggiolini verso il campo. L’ipotesi peggiore, da scongiurare: squalifica Uefa, Napoli incrocia le dita.

La Repubblica

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