Barça-Inter, ritorno al 2010: impresa al Camp Nou
“Tonight, I’m gonna have myself…”. Nessuno riuscirà a fermare quell’uomo. Non saranno due gocce d’acqua a spegnere l’ardore di chi nel fuoco ci sguazzava e non sarà certo l’ultimo, disperato tentativo del portiere-guardameta Valdes a “placcare” i sogni di gloria di quella scheggia impazzita e del suo popolo innaffiato di lacrime e sudore nel girone infernale del Camp Nou, nell’anello più sperduto dell’universo. “¿A dónde vas, loco?”. Dove vuoi che vada, Victor… a Madrid, l’ha detto anche Fabio Caressa in tv: “Chiamate subito l’agente immobiliare e prendete casa a Madrid, prendete casa a Madrid!”. E sì che stasera gli interisti tornano a Barcellona, che la finale si gioca di nuovo a Madrid e Wanda (Metropolitano) è un nome che suona familiare, ma questa è una storia tutta da scrivere, quella è leggenda. “Ens hi deixarem la pell” vi dice qualcosa? E “il famoso tikitaka-takatiki-tikitaka”? O forse “We parked the plane, not the bus”. E poi Lucio e Samuel. El cerrojazo. Busquets e Thiago Motta. Messi e Julio Cesar. Pep, Zlatan e… l’intruso. Piqué. Pasaremos! L’impronunciabile vulcano islandese Eyjafjallajokull. I 5mila della Barceloneta. I quattro, interminabili minuti di recupero e il gol annullato a Bojan per il colpettino di grazia finale, che per poco qualcuno non ci rimane. La “remontada”, anzi no. Il ballo di Eto’o, la festa degli argentini, il pianto di Cambiasso e gli idranti, commossi pure loro. Chiedetelo a Mauro Icardi, che la notte del 28 aprile 2010 era lì: vi darà una bella rinfrescata…
Fonte: Sky