United-Juventus, le chiavi tattiche della sfida
José Mourinho non sta attraversando il periodo più tranquillo sulla panchina del Manchester United, nonostante i risultati non siano poi così negativi: l’allenatore portoghese finora ha una media punti addirittura superiore a quella di Sir Alex Ferguson e la scorsa stagione ha comunque conquistato tre trofei (tra cui un’Europa League praticamente sul velluto). Ma i problemi del tecnico portoghese non riguardano solo il gioco pragmatico e facilmente decifrabile dei “Red Devils”, ma anche le tensioni per quanto riguarda la gestione dello spogliatoio e della comunicazione. Mourinho è sempre stato all’avanguardia in questo ambito, riuscendo a decomprimere l’ambiente interno, fungendo da parafulmine e scaricando dai suoi giocatori ogni stress esterno, ma ultimamente la situazione sembra essergli un po’ sfuggita di mano: non solo per via del rapporto conflittuale con Pogba ma anche per la celebre conferenza stampa dopo la brutta sconfitta contro il Tottenham, durante la quale è sembrato più fragile che mai.
Ma se valutare i problemi dello spogliatoio è per forza un esercizio arbitrario, possiamo invece analizzare con maggiore chiarezza punti di forza e debolezza dello United per capire dove potrebbe intervenire Allegri per portare a casa tre punti che sarebbero fondamentali ai fini della qualificazione agli ottavi di finale.
Come gioca il Manchester United
Dal punto di vista tattico lo United ha un atteggiamento molto chiaro. L’approccio è prevalentemente conservativo, durante le quali gestisce le fasi di possesso sfruttando la sua grande fisicità, cercando spesso di bypassare il pressing attraverso le palle lunghe, che per forza di cose cercano uno tra Lukaku e Fellaini, a cui è lasciato il compito di riciclare le seconde palle. Senza palla, invece, il Manchester United si preoccupa prevalentemente di coprire il centro nella propria metà campo, attraverso un sistema di marcature che ha come riferimento l’uomo, accettando di alzare la linea difensiva fino alla propria trequarti ma mantenendo una lunghezza media sempre molto corta, per aumentare la densità nell’ultimo quarto di campo.
I sistemi di gioco utilizzati sono stati diversi: spesso Mourinho utilizza il 4-3-3 con due ali ai lati di Lukaku, ma non è inusuale assistere ad un 4-2-3-1 con Lingard subito dietro la prima punta. In questa stagione Mourinho ha inoltre sperimentato un assetto di partenza con un mediano arretrato sulla linea difensiva formata da 5 elementi, per favorire la prima costruzione e consentire l’innalzamento dei terzini che possono così attaccare l’ampiezza. In questa posizione sono stati impiegati Matic, McTominay e addirittura Pogba (anche se a partita in corso).
In ogni caso, comunque, i principi di gioco rimangono invariati, ed eventuali modifiche sull’assetto tattico sono pensati di partita in partita per adattarsi ad un avversario o ad una fase della partita. Sarà interessante quindi vedere come Mourinho cercherà di arginare la forza offensiva della Juventus.
Fonte: SkySport