Giallo galeotto, Di Natale-Napoli non s’ha da fare
Quando, a pochi minuti dal termine, Totò Di Natale ha bloccato con un braccio un contropiede della Juve, Gervasoni ha dovuto estrarre il cartellino giallo. In tribuna stampa il sorriso di tanti è stato spontaneo: «Totò ce l’ha fatta anche stavolta a saltare la trasferta di Napoli». Che è in programma domenica. Di Natale era diffidato dal 6 gennaio, cioè dalla gara persa con la Roma. Aveva resistito con Sassuolo, Cagliari ed Empoli. È caduto con la Juve, prima di Napoli. Dove, va detto, forse non sarebbe partito titolare, vista la disposizione che spesso Stramaccioni adotta in trasferta. Dal punto di vista tattico, meglio saltare Napoli che la Lazio in casa.
PRECEDENTI Ma questa storia di Totò che non vuole giocare a Napoli (ultimo gol il 31/1/2009) va avanti dal torneo 2010-2011. C’è chi ha tirato fuori malignità di ogni tipo, c’è chi dice che dopo la tripletta al Friuli (rigore, tiro all’incrocio e gol da calcio d’angolo) del 28 novembre 2010 nell’anno che portò l’Udinese di Guidolin ai preliminari di Champions e Totò sul trono dei cannonieri gli abbiano chiesto di non andare più. Ma non scherziamo. Di Natale è un professionista esemplare, stimato da tutti. Un dato, però, emerge: dal 2010 ha giocato a Napoli solo una volta, il 7 ottobre 2012. Una sera fu risparmiato per non fargli fare tre partite in otto giorni, altre due era infortunato, stavolta è squalificato. All’Udinese chiariscono subito: «Ha fermato un contropiede pericoloso». E puntualizzano: «Pochi giorni fa per la coppa Italia è venuto (ma senza giocare)». A Napoli, dopo la perdita del papà, sono rimasti i fratelli e la sorella. I rapporti sono buoni. Sicuramente a ogni vigilia viene subissato di richieste di biglietti e maglie. A Stramaccioni interessa più il suo futuro di questa polemica e ha ragione: «Abbiamo tre mesi per convincerlo a restare».
La Gazzetta dello Sport