Capitolo difesa, la squadra di Benitez subisce ancora troppo per essere una big…
Delle prime otto squadre in classifica, il Napoli è quella che vanta più gol al passivo, ventiquattro in diciotto gare. Anche se la filosofia di Benitez darebbe più importanza alla fase offensiva (riuscire a segnare un gol più dell’avversario, questo il credo dello spagnolo), il problema emerge in tutta la sua gravità. Il Napoli non sa difendersi o perlomeno lo fa in maniera approssimativa. E raramente riesce a chiudere una gara con la propria porta inviolata. E viaggiando di questo passo, diventa complicato competere con le altre a lungo termine, se non misurarsi e vincere in una partita secca.
E le cose, da un anno all’altro, non sono cambiate. Anche lo scorso campionato il Napoli palesava le stesse carenze. Né sono stati ingaggiati elementi in grado di poter aumentare la capacità del reparto in fase difensiva. Anzi sono stati ceduti due calciatori abbastanza collaudati (Reina e Fernandez), ed è arrivato un altro, Koulibaly, bravo ma acerbo, e un altro ancora, durante questa sessione di mercato, Strinic, più abile nell’interpretrare la fase offensiva che a marcare. Se a questo si aggiunga che tra i pali è andato il giovanissimo Rafael mentre Albiol non riesce ad avere il rendimento della passata stagione, il quadro è chiaro. Errori di reparto e dei singoli; amnesie dei difensori e di chi staziona davanti a loro per svolgere azione di filtro; poco sostegno da parte degli attaccanti. E, si sa, che una buona fase passiva nasce dall’azione di disturbo delle punte.
ZUNIGA. E’ anche vero che nessuno avrebbe potuto prevedere uno stop così lungo (e chissà se riuscirà mai a recuperare) di Camilo Zuniga, un calciatore capace di fare l’esterno basso a destra, come a sinistra. Un elemento che era maturato nel ruolo e dava determinate certezze.
A dicembre è andato via, invece, Ghoulam, impegnato in Coppa d’Africa e Benitez che stava chiedendo un sacrificio a Britos in quel ruolo ha chiesto alla società di intervenire. Da qui, l’arrivo del mancino croato svincolatosi dal Dnipro. Al centro del reparto, infine, Albiol sta rendendo a corrente alternata e non esiste un ricambio per lui mentre Koulibaly evidenzia ancora difetti nella scelta dei tempi e nel posizionamento.
STRINIC. Con la Lazio, Benitez sta pensando di far debuttare Strinic dal momento che Britos è stato appiedato per un turno dal giudice sportivo dopo l’ammonizione rimediata con la Juventus. Strinic è fermo da circa due mesi ed è la prima volta che si cimenta in un campionato nuovo per lui. Dal suo lato, dovrebbe affondare Candreva che non è l’ultimo arrivato. Riuscirà il croato, allenato da Reja ai tempi dell’Hajduk, a fornire garanzie adeguate? Ce la farà a reggere i novanta minuti in una gara che si preannuncia ad alta tensione? Benitez sembra orientato da dargli fiducia ma resta in preallarme Giandomenico Mesto che pur essendo un destro naturale. in talune circostanze si è cimentato anche a sinistra. Insomma anche stavolta cambia qualche interprete in quel reparto che ha cambiato spesso e volentieri senza ottenere i risultati sperati.
RAFAEL. E poi c’è il giovanissimo portiere Rafael, rigenerato dai rigori parati in Supercoppa Italiana a Doha ma costretto ad inchinarsi di nuovo per tre volte nella stessa gara proprio contro la Juventus. La sfida con la Lazio sarà un esame importante anche per lui che aveva iniziato il campionato tra mille incertezze e che ora sembra aver ritrovata la necessaria padronanza del ruolo.
Un Napoli, quindi, alla ricerca di risposte convincenti soprattutto per quanto riguarda la tenuta difensiva. Ed a tale proposito saranno chiamati a recitare una parte fondamentale i due centrocampisti davanti alla difesa (Gargano e Lopez?). Dal loro lavoro in fase di filtro dipenderanno anche le sofferenze o meno della difesa. E dovranno sacrificarsi anche i tre componenti del tridente offensivo alle spalle di Higuain. La Lazio cercherà di prendere il sopravvento nella zona nevralgica del gioco per poi colpire la difesa del Napoli non sempre impeccabile. E Albiol e soci dovranno stringere le maglie e non andare tanto per il sottile se vorranno uscire indenni dall’Olimpico.
Corriere dello Sport