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Lazio, il bicchiere è mezzo pieno. Ma ora bisogna crescere

ROMA – “I primi bilanci li faremo a fine gennaio, quando avremo incontrato tutte le squadre almeno una volta”, ha detto poco tempo fa il tecnico della Lazio Pioli. Già adesso, però, i numeri possono raccontare l’evoluzione avuta dalla Lazio in questa prima parte di stagione.

LA SVOLTA DI PALERMO, POI IL NUOVO BLACKOUT – La squadra biancoceleste è partita malissimo: nelle prime quattro partite con Milan, Cesena, Genoa e Udinese, ha vinto solo in casa con gli emiliani perdendo le restanti. Tre punti dopo quattro giornate, insomma, nonostante il buon gioco espresso. Ecco perché in vista della delicata trasferta di Palermo, Pioli incredulo chiedeva ai suoi giocatori di dare una sterzata e dimostrare che quella classifica non corrispondeva ai valori dimostrati sul campo. E la svolta arriva proprio nella partita in Sicilia: 0-4 in trasferta, una risposta eccellente. Ed è il primo di una serie di sei risultati utili consecutivi (5 vittorie con Palermo, Sassuolo, Fiorentina, Torino e Cagliari, un pareggio con il Verona) che portano la Lazio al terzo posto in classifica a ridosso di Juventus e Roma. Poi il nuovo blackout e la doppia sconfitta: quella gravissima con l’Empoli e quella certamente più accettabile con la Juventus. A seguire un altro filotto di quattro risultati utili consecutivi: pareggio con il Chievo, vittorie con Parma e Atalanta, altro “x” a San Siro contro l’Inter. Fanno 27 punti complessivi, che consentono alla Lazio di chiudere l’anno al terzo posto insieme a Napoli e Sampdoria.

I PROBLEMI IN DIFESA TRA SECONDI TEMPI E INFORTUNI – Un buon risultato, ma con qualche rammarico. Perché la sensazione è che i punti sarebbero potuti essere di più, soprattutto se la squadra di Pioli non avesse dilapidato nei secondi tempi le buone prestazioni sfoderate nei primi 45 minuti, più che altro dal punto di vista difensivo. Se è vero infatti che la Lazio ha il secondo miglior attacco (28 insieme a Napoli e Roma, subito dietro la Juve a 34) è altrettanto vero che i biancocelesti sono con 19 gol subiti la seconda peggior difesa delle prime 8 squadre in classifica (solo il Napoli a 20 ha fatto peggio). E il dato più clamoroso è proprio che di queste 19 reti, addirittura 14 sono arrivate nella ripresa, il 74%. Un aspetto su cui dovrà lavorare Pioli durante le feste. C’è da dire che il tecnico ha l’attenuante degli infortuni, praticamente una costante del reparto difensivo in queste prime 16 giornate. Basti pensare che tutti e undici i difensori in rosa sono stati impiegati in questa stagione: De Vrij è l’unica sicurezza che con i suoi 1345 minuti stagionali è primatista assoluto della Lazio in campionato (completano il podio Parolo e Lulic, rispettivamente 1336′ e 1181′), poi seguono Braafheid (786′), Radu (711′), Basta (671′), Cana (650′), Cavanda (531′), Ciani (480′), Gentiletti (158′), Konko (135′), Novaretti (113′) e Pereirinha (90′).

ss lazio

serie A
Protagonisti:
Stefano Pioli

Fonte: Repubblica

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