La Svezia e Byron Moreno: che lunedì per l’Italia!
“Ha segnato la Corea? E chissenefrega! Anzi, sai cosa ti dico, io tifo Corea: Co-re-a, Co-re-a, Co-re-a!”. La provocazione di Matteo e Nicola – i due protagonisti de “La Meglio Gioventù” – ci riportano all’estate del 1966. È da qui che il regista Marco Tullio Giordana riavvolge il nastro per raccontare quarantanni di storia del nostro Paese, attraversando i giorni dell’alluvione di Firenze, la Contestazione studentesca, il Terrorismo, Tangentopoli, le stragi mafiose, fino ai primi bagliori del 2000. Se volessimo inquadrarla “calcisticamente” la pellicola occupa l’arco spazio-temporale che intercorre tra Italia-Corea del Nord e Italia-Corea del Sud del 2002, quando il film fu girato (uscì l’anno successivo). I due fratelli – interpretati da Luigi Lo Cascio e Alessio Boni – non si curano della beffa coreana, al contrario, infieriscono. Ma il barista e gli altri tifosi italiani non possono credere ai loro occhi: la meglio gioventù del nostro calcio, una Nazionale che vantava fenomeni come Facchetti, Gianni Rivera, Bulgarelli e Sandro Mazzola eliminata da una squadra di dilettanti, dal gol di un “dentista” (quel Pak Doo-Ik che poi si scoprirà essere un caporale dell’esercito). Da lì “Corea” divenne drammaticamente sinonimo di “vergogna”, in senso lato (nel senso che destra, sinistra, nord o sud era tutta “Corea”, una vergogna senza confini). Come, d’altronde, già qualche anno prima la parola “Svezia” richiamava a qualcosa di disonorevole, un’eredità che si tramanderà di padre in figlio, ai nipoti, come nella migliore tradizione della famiglia italiana…
Fonte: SkySport