Ammaniti, la Roma e i portieri supereroi
Dalla scrittura alla televisione, passando dal calcio, una passione “giallorossa” per lo scrittore vincitore anche del Premio Strega nel 2007. Da dove nasce la fede calcistica di Ammaniti? “Ho cominciato ad essere romanista a scuola”, spiega lo scrittore romano. “C’erano tre possibilità: Juve, Lazio o Roma. Chi sceglieva di essere juventino è perché voleva vincere sempre, io invece preferivo stare con chi perdeva… i laziali mi stavano comunque abbastanza simpatici, ma alla fine ho scelto la Roma”.
Ammaniti allo stadio
“Ogni tanto ci vado, anche se lo detesto perché non vedo niente, preferisco guardare la partita alla televisione, anche se coì si perde un po’ il tifo, che è quello che rende lo spettacolo del calcio meraviglioso”.
Ammaniti e il calcio (giocato)
“Ho cominciato a giocare come portiere perché con i piedi ero incapace, me la cavavo meglio con le mani. Da quel momento in poi ho avuto una passione speciale per i portieri: hanno qualcosa di animale che non hanno gli altri giocatori. Il portiere, in fondo, assomiglia alla scimmia. Ha quell’agilità istintiva del primate, per cui salta da una parte all’altra. Quando il portiere si lancia per fermare il pallone, ecco, forse è il gesto atletico più bello. Il portiere è diverso dagli altri, in qualche modo è esiliato all’interno della porta, non vede quello che succede in attacco, è in attesa, ed è sempre l’ultimo a dover rispondere della palla. Forse questo aspetto me lo rendeva quasi un supereroe”.
Fonte: SkySport