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Retroscena Zaza: oggi poteva indossare la maglia azzurra

Poteva vestirsi d’azzurro Simone Zaza già col Napoli prima che con la Nazionale del nuovo corso di Conte. Motivo di più per cercare la ribalta oggi al Mapei Stadium. Farebbe un piacere a se stesso e al Sassuolo in cerca di conferme dopo il punto preso a Firenze. A Napoli lo hanno cercato con insistenza, specie dopo i gol a grappoli segnati con l’Ascoli in Serie B. E’ stata la Juventus a bruciare con largo anticipo la concorrenza. Zaza ha capito di avere tanti occhi addosso e certe occasioni le ha aspettate e sfruttate. Compreso questo avvio di stagione e quel gol-capolavoro contro il Cagliari già alla prima di campionato. Questo è bastato per finire sotto la lente d’ingrandimento, tanto degli addetti ai lavori (tutti a dire: ma la Juve non poteva inserirlo nell’organico?) quanto di Antonio Conte che l’ha chiamataoriversando complimenti a raffica.

VALIGIA DI SOGNI. Sogna a occhi aperti Zaza. Lo fa da ragazzo arrivato dal profondo sud sgomitando per emergere dai campi in terra battuta agli ambienti caldi che possono lanciarti come bruciarti. Zaza è riuscito a sfondare. La sua valigia dei sogni se l’è portata dietro, fino a scrivere anche un pezzo di storia importante del Sassuolo che poi va ad incrociare con quella del Napoli. C’è il Napoli anche nel destino di Zaza, ripensando a quando l’anno scorso dopo le prime 4 sconfitte consecutive ecco che la classifica neroverde s’è mossa proprio al San Paolo. E alla rete di Dzemaili rispose proprio Zaza con un sinistro potentissimo. Risultato storico per gli emiliani, e al contempo storico per il bomber di Metaponto, autore giusto per non farsi mancare nulla anche della prima marcatura assoluta del Sassuolo in Serie A (Sassuolo-Livorno 1-4).

DISCESA E SALITA. Nessuna traccia nella gara di ritorno col Napoli al Mapei Stadium in pieno interregno di Malesani durato 5 giornate passate da un ko all’altro e con Zaza in campo nell’ultima mezz’ora. Era un altro Napoli rispetto a quello che oggi ha i suoi problemi. Ma anche quello era un altro Zaza, di sicuro meno maturo. L’exploit di inizio anno, con la griffata in Norvegia alla prima dell’Italia per le qualificazioni ad Euro 2016, ha rappresentato il lancio più importante. Come dimenticare: al suo rientro a Sassuolo, i compagni che gli hanno intonato l’inno di Mameli nello spogliatoio. Tante, tantissime, le chiacchiere che lo vorrebbero a gennaio in bianconero. Forse s’è distratto? La disavventura con l’Inter e la prova incolore contro la Sampdoria hanno costituito una pressione insopportabile che ha indotto Di Francesco a lasciarlo fuori a Firenze. Ora, con il Napoli, ha una grande occasione, per sé e per la squadra.

Fonte: Corriere dello Sport

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