Lorenzo Amuso: “A me il Napoli ricorda il Tottenham di Pochettino”
Di seguito l’intervista del portale tuttomercatoweb.com a Lorenzo Amuso, corrispondente dell’Ansa a Londra:
“Sono abbastanza d’accordo, per quanto riguarda la capacità di unire bel gioco e risultati. Però rimarrei alla stretta attualità: a me il Napoli ricorda più il Tottenham di Pochettino, che il primo Arsenal di Wenger”.
Da che punto di vista?
“Beh, quell’Arsenal aveva sì vinto attraverso il gioco, ma era anche una squadra costruita con grandissimi investimenti, con veri e propri supercampioni. Il Tottenham, sempre per restare in Inghilterra, ha una rosa con giocatori ottimi ma che stanno crescendo attraverso gli insegnamenti di Pochettino e il gioco. Come il Napoli, appunto”.
Sarri e Pochettino, quanto pesa la mano dell’allenatore.
“Pochettino è qui da quattro anni ormai e incide tanto. Se al Tottenham togliamo Kane resta una buona squadra, di ottimi giocatori, ma che singolarmente non sono se sarebbero titolari in una big, nel Real Madrid o nel Barcellona per intendersi”.
L’Arsenal degli invincibili invece?
“Era una squadra fantastica a livello di gioco, ma c’erano giocatori che sarebbero stati titolari ovunque. Due su tutti: Vieira e Henry, due fra i migliori nel loro ruolo. ma la lista era lunga. Questo Tottenham non ha quel tipo di giocatori, a eccezione di Harry Kane, peraltro esploso con la maglia degli Spurs, che comunque hanno tanti meriti: giocano per lui”.
Il Napoli incanta in Italia, la sfida scudetto con la Juventus è l’unica davvero accesa nei principali campionati europei. Quanto se ne parla in Inghilterra?
“Poco. Se n’è parlato un po’ di più grazie alle parole di Guardiola, prima del doppio confronto col Manchester City. Ma Pep, dopo quasi due anni in Inghilterra, ha lo status del santone: qualsiasi cosa dica viene acquisita come un dato di fatto. I suo complimenti a Sarri, al gioco del Napoli, avevano creato un grande interesse. Poi però dobbiamo considerare la differenza fra i due campionati: la Premier League è trasmessa ovunque, è di un altro livello rispetto all’Italia. Se il tifoso inglese pensa alla Liga pensa a Barcellona e Real Madrid, in Bundesliga c’è il Bayern Monaco, in Serie A praticamente solo la Juventus”.
Guardiola, peraltro, di complimenti all’avversario di turno ne regala tanti.
“È vero, è una cosa che fa spesso. Però nell’occasione i complimenti a Sarri erano apparsi sinceri, si capiva che aveva studiato a fondo la squadra. È vero che lui ha un po’ questa tendenza alla Liedholm, però non stava esagerando in quel caso”.
Arriviamo alla Juventus. Il Tottenham viene daalla vittoria nel derby con l’Arsenal, come arriva a questa sfida?
“C’è grande fiducia, ho letto anche oggi che Brady parlava di un confronto equilibrato e secondo me è così. Per i risultati recenti la Juventus è favorita, resta favorita d’obbligo, ma loro sono in fiducia. Dodici partite senza sconfitte, tre gare in cui hanno giocato benissimo e sono stati anche fortunati: l’Arsenal avrebbe potuto segnare a tempo scaduto e invece ha vinto il Tottenham. Sono in fiducia, sono accompagnati dalla fortuna, giocano benissimo, hanno un chiaro impianto tattico”.
Ma?
“Io vedo due limiti alla squadra di Pochettino: il primo è la dipendenza da Kane. Se non segna lui la squadra perde tantissimo, inutile aspettare che i gol li facciano Eriksen o Son. Se riesci a imbrigliarlo, e non dico che sia cosa facile, hai risolto un grande problema. Il secondo è che parliamo di una squadra relativamente giovane, e che a volte tende a compiacersi. È successo anche contro l’Arsenal. Farei un altro paragone, a proposito”.
Prego.
“Tornando agli invincibili di Wenger, loro erano undici banditi: il Tottenham di oggi costruisce otto chiare occasioni in una partita e poi fa un gol. Questa leggerezza è una caratteristica di una squadra che evita la conflittualità interna. È una squadra molto armonica, per fare l’ultimo salto ci vorrebbe qualche sberla in più”.
Il fattore Wembley quanto peserà?
“Sabato hanno battuto il record di spettatori per una partita di Premier League. Detto questo, non penso che per la Juventus possa fare davvero la differenza. I campi inglesi sono bellissimi, fantastici, ma non sono così rumorosi o feroci come altri campi. Parliamo spesso di spettacolo, ma il concetto di tifo è molto diverso, non credo che questo possa essere davvero un fattore”.