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Calciatori sempre sotto tiro, anche se diminuiscono i casi violenti

ROMA – I calciatori continuano ad essere sotto tiro, nonostante i passi avanti e la diminuzione dei casi violenti. Minacce, intimidazioni, offese e violenze fisiche, in Italia ma anche all’estero, come confermano i dati del IV Rapporto realizzato dall’Osservatorio dell’Associazione italiana calciatori focalizzato sulla stagione 2016/17 e presentato alla sede del Viminale, alla presenza del numero uno dell’Aic, Damiano Tommasi, e della presidente dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive, Daniela Stradiotto.

DIMINUITE DEL 2,5% LE AZIONI VIOLENTE VERSO CALCIATORI – Dai dati, emerge che rispetto alla stagione 2015/16 le azioni intimidatorie e violente sono diminuite del 2,5%. Nel 75% dei casi, i calciatori sotto tiro sono professionisti, nel 54% dei casi i calciatori sono stati intimiditi e minacciati singolarmente. Episodi organizzati, la maggior parte delle volte di tifosi della propria squadra e nel 44% all’interno dello stadio, ma preoccupano anche le azioni fuori dagli impianti (42%), come luoghi pubblici e addirittura abitazioni private dei giocatori. Nella maggioranza dei casi (30%) le minacce si concretizzano in cori, insulti (19%), per poi sfociare in vere e proprie aggressioni nel 17% delle volte. Razzismo (36%), sconfitta (31%) e retrocessione (7%) le principali cause. La distribuzione geografica dei fatti intimidatori e minacciosi vede il sud e le isole in cima alla classifica con il 40% dei casi, seguito dal nord con il 37% e il centro con il 23%, anche se è il Lazio la regione più colpita con il 13%, con i calciatori di Roma e Lazio i più presi di mira. Seguono Lombardia (12%) e Abruzzo (10%).

TOMMASI: “NON E’ NORMALE, LAVORARE PER CAMBIARE LE COSE” – “L’obiettivo è quello di convincere i calciatori che così non è normale. Mi auguro che si continui a fare il possibile per cambiare le cose”, ha sottolineato Tommasi, rilanciando l’hashtag #nonènormale. “Sono contento che si sia arrivati al protocollo dello scorso 4 agosto: anche se è ancora zoppo, è stato comunque un passo importante – ha aggiunto il numero uno dell’Associazione calciatori -. Stiamo tutti lavorando per cercare di trovare delle proposte concrete: speriamo che al più presto questo report possa avere pochissime pagine”.
 
STRADIOTTO: “SU SICUREZZA ASPETTIAMO COLLABORAZIONE CLUB” – “La violenza ai calciatori altro non è che purtroppo uno dei tasselli del più ampio fenomeno di violenza nel calcio”, ha rilevato invece Stradiotto, lanciando una frecciata ai club dopo la firma del protocollo d’intesa sulla fruizione degli stadi firmato lo scorso 4 agosto tra Ministero dell’Interno e Figc e che prevedeva, a fronte di azioni di sensibilizzazione da parte delle società, il ripensamento della tessera del tifoso. “All’avvio del girone di ritorno – le parole della responsabile del Viminale nel corso del suo intervento – constatiamo che l’applicazione del protocollo è ancora zoppa. Si doveva reggere su un giusto equilibrio e un gioco di squadra tra mondo dello sport e mondo delle istituzioni. Si regge ancora solo su una gamba, perché vi è ancora silenzio nell’interpretare il loro ruolo da parte delle società. Non c’è neanche il materiale per capire se questo modello sia valido o meno in quanto i dati sono assolutamente parziali. Alcuni passaggi di questo report non possono stupire perché rappresentano uno spaccato del nostro Paese. Le forze di polizia sono impegnate nel vincere il muro di omertà, ora aspettiamo il contributo da parte del mondo del calcio. Ci auguriamo che anche questa seconda gamba cominci ad avviare i primi passi: le società devono intervenire quando ne hanno il dovere: l’istituto del gradimento può risolvere diverse situazioni come accade all’estero”.

Fonte: Repubblica.it

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