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Serie A, le 8 cose da seguire della 19^ giornata

La posizione stretta di Schick attira Alex Sandro al centro liberando lo spazio per l’inserimento di Florenzi

La Roma dovrà ancora una volta trovare una soluzione al problema della gestione del pressing contro il mediano di un centrocampo a 3, che tende a creare buchi alle spalle della pressione e a gestire le ripartenze di un tridente ficcante e veloce come quello costituito da Berardi, Falcinelli e Politano. I problemi maggiori però potrebbero ancora venire dal dovere attaccare in spazi stretti e contro una struttura difensiva che, ripiegando in un 4-5-1, è in grado di contrastare bene le catene laterali, fondamentali nel gioco offensivo dei giallorosse.

Chissà se le risposte per la Roma non giungano proprio da Patrick Schick; al di là del gol sbagliato all’ultimo minuto, il ceco, nei suoi pochi minuti di impiego a Torino ha regalato al gioco d’attacco della sua squadra una dimensione interna, alle spalle delle mezzali avversarie, che è stata fondamentale per aprire spazi nella difesa juventina, fino a quel momento praticamente impermeabile. Il pieno inserimento di Schick nei meccanismi di gioco di Di Francesco potrebbe costituire la soluzione ai problemi della Roma nel trovare soluzioni offensive efficaci in fase di attacco posizionale.

L’incredibile stato di forma dell’Udinese di Oddo

L’Udinese è una squadra da scudetto. O almeno lo sarebbe, se i bianconeri friulani riuscissero a mantenere le marce alte, innestate da quando Massimo Oddo è arrivato in panchina. Ovviamente non sarebbe possibile ma va sottolineato l’incredibile stato di forma della squadra friulana, che nelle ultime 5 giornate ha fatto più punti (12) di tutte le altre squadre del campionato esclusa la Juventus (13). Dall’inizio della stagione fino all’esonero di Delneri, l’Udinese ha segnato una media di 1,5 reti a partita, subendone 1,9. Con Oddo, la media dei gol segnati a partita è salita a 2,4, mentre le reti subite sono scese a 0,4.

Le statistiche molto dello stile della nuova Udinese e lasciano intravedere cosa ci sarà nel futuro dei bianconeri. La squadra di Oddo gioca il pallone durante la partita per lo stesso tempo e le sue percentuali di possesso palla non sono cambiate rispetto alla precedente gestione: è arretrato invece il baricentro, si difende più bassi per attaccare con delle transizioni lunghe. Questo aspetto tattico non deve far pensare ad una squadra rinunciataria, perché l’Udinese è aggressiva e reattiva nel cercare la riconquista alta del pallone, durante l’impostazione bassa degli avversari, prima di ripiegare all’indietro. Infatti le statistiche raccontano di un numero di palloni riconcquistati nella metà campo avversaria in aumento (passati da 10,3 a 14,8 in media a partita), di pari passo con l’aumento dei tackle vincenti (da 10,3 a 14,7).

Gli Expected Goals sono una statistica avanzata che misurano la bontà della produzione offensiva di una squadra e la sua capacità di annullare gli attacchi avversari: in attacco l’Udinese produce più pericoli, è passata dal generare 0,91 xG a partita con Delneri ai 1,61 xG con Oddo, segnando un eccezionale +77%. L’aspetto difensivo è anch’esso migliorato, anche se in maniera più moderata: gli xG concessi sono ora 1,16 di media a partita, contro gli 1,30 xG precedenti (+11%). Quindi gli xG ci dicono che quanto fatto dall’Udinese è stato sostenuto da una buona qualità offensiva, ma da una appena discreta qualità difensiva. I numeri dell’Udinese potrebbero peggiorare se gli attaccanti avversari dovessero ritrovare precisione: nelle ultime 5 giornate solo il 3% dei tiri scagliati verso la porta di Bizzarri è diventato un gol. Una media questa che in tutto il campionato neanche Roma, Inter o Juventus sono riuscite a tenere.

Come procede la crescita di Kean?

Nelle rotazioni imposte da Pecchia, che alla ricerca della quadra continua ad alternare uomini e schemi partita dopo partita, Moise Kean ha trovato il suo spazio: 663 minuti in campionato, sparpagliati in 13 presenze, 6 delle quali partendo nell’undici titolare. Proprio a causa del minutaggio, comunque limitato, i due gol segnati non devono abbagliare (qualcuno ricorda ancora l’esordio prodigioso di Kelechi Iheanacho in Premier League?). Infatti già gli Expected Goals suggeriscono che un attaccante più “scafato” di Kean avrebbe dovuto ricavare il doppio dei gol dalle conclusioni effettuate dal veronese. Peccati di gioventù, per un attaccante che sta comunque dimostrando di valere la categoria, almeno nei ranghi di una neopromossa.

Fonte: SkySport

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