Sacchi e Malagò in coro: “Azzurri favoriti” Ma Sarri tira il freno: “Siamo ancora all’inizio”
Di nuovo lassù, in beata solitudine al comando della classifica della serie A. Non capitava dal 17 settembre di un anno fa e la festa era durata appena tre giorni, per colpa del pareggio sul campo del Genoa in un turno infrasettimanale. Questa volta, complice la sosta per gli impegni delle Nazionali, il Napoli potrà guardare invece tutti dall’alto come minimo per un paio di settimane: ma con la fondata ambizione di poter continuare a essere protagonista anche per il resto del campionato. È una previsione fondata principalmente sui numeri, che vedono gli azzurri in pole position nella maggior pate delle graduatorie: da quella delle vittorie (7 consecutive, nuovo record nella storia del club) a quella dei gol segnati (25), da quella del possesso (stratosferico) di palla a quella del maggior numero di passaggi completati. Tiene botta pure la difesa, che ha incassato le stesse reti della Juve (5) e ha smesso di essere il punto debole della squadra: come era successo nelle scorse stagioni. Resta solo da capire se Hamsik e compagni riusciranno a mantenersi a questi livelli di eccellenza per tutto il resto della stagione. «Un mese non fa testo, è presto per fare certi discorsi», ha messo saggiamente le mani avanti Maurizio Sarri, nonostante l’apparente flemma con cui l’ambiente ha digerito il successo sul Cagliari e l’allungo rispetto ai bianconeri. Sulla anormalità del momento c’è il timbro delle statistiche: nei suoi 91 anni di agrodolce e altalenante storia, infatti, il Napoli si è trovato da solo al comando della classifica per appena 87 giornate del campionato, a fronte delle 727 collezionate invece dalla Juventus. Ma il day after azzurro è stato lo stesso molto tranquillo, questa volta. Merito della consapevolezza che accomuna giocatori e tifosi, convinti di non trovarsi lassù per un colpo di fortuna e tanto meno per caso. Significativo, in questo senso, il tweet postato dalla società subito dopo il pareggio dei bianconeri a Bergamo con l’Atalanta, che ha spezzato l’equilibrio al vertice. “E così siamo in testa da soli. Molto bene. Godiamoci la serata…”. Tutto qui, meglio far parlare il campo: a dispetto degli stereotipi che accompagnano di solito gli exploit del Napoli e senza i voli pindarici che altre volte erano costati carissimo agli azzurri, facedondoli precipitare dalle stelle alle stalle. Stavolta sono gli altri a sbilanciarsi. «Non so prevedere il futuro e tanto memo chi vincerà lo scudetto, ma sicuramente quella di Sarri è la squadra che mi emoziona di più», ha ribadito ieri Arrigo Sacchi, ospite della trasmissione radiofonica “La politica nel Pallone”. «Hamsiik e compagni esprimono un gioco calcio, positivo, propositivo, armonioso. Chi ama il calcio non può non ammirarli. Stanno compiendo un capolavoro. Il calcio è la metafora della vita: tentiamo tutti di sopravvivere, il Napoli no. Ha un progetto importante con titolari non famosi, l’unico che c’era è stato venduto per 95 milioni. Al centro del progetto c’è il gioco e non il giocatore. Il club viene prima di tutto». Ancora più esplicito il presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Può essere l’anno del Napoli? Penso proprio di sì, ha tutte le carte in regola».
Repubblica Napoli