Chiesa-mania, anche alle elementari
Vittorio, alla fine, è un po’ tutti noi. Noi che “disegnate una chiesa” e, senza neanche pensarci, ci immaginiamo Federico, baby-prodigio della Fiorentina. Perchè sì: il calcio ci gira intorno e inconsapevolmente ne assorbiamo gesta, storie, emozioni. Sui banchi di prima elementare, poi, certi concetti si assimilano molto più velocemente e la sana ingenuità dei piccoli fa presto a diventare genialità. Così Vittorio, ad appena sei anni, racconta la storia di chi, questo calcio, lo guarda sempre con gli occhi di una volta: “La maestra ha detto di disegnare Chiesa e io l’ho disegnato. Chiesa, il calciatore della Fiorentina!”. Un sorriso, inevitabile. E, dopo che la storia ha avuto eco notevole, anche un invito davvero speciale: quello della Fiorentina, che, onorata, si è prestata per far conoscere al piccolo Vittorio Federico. Sì, proprio quello del disegno.
(Piccole) storie viola – Federico Chiesa ha 19 anni e la sua, di storia, è cominciata solo da una manciata di settimane fa. Una storia sana, colorata di viola. Come Vittorio, anche Federico a sei anni sognava i grandi campioni (facilitato dal fatto di averne in casa già uno, papà Enrico): sventolando la bandierina della sua Fiorentina, Chiesa jr. volava nel futuro, inconsapevole del fatto che, a poco più di dieci anni di distanza, il suo desiderio sarebbe diventato realtà: quasi-gol alla Juventus, gol al Chievo Verona, gol al Genoa. Et voilà, oggi è il gioiello di Sousa e uno dei giovani italiani più promettenti. Come in un sogno, appunto.
Filippo e la sua Inter – “Potete vincere, altrimenti a scuola mi prendono in giro”? E forse, oggi, anche il il piccolo Filippo (ve lo ricordate con il suo striscione a San Siro, vero?) ha avuto la sua rivincita. Magari su un amico juventino o milanista che, nel 2012, si vantava di qualche risultato sopra le righe. Filippo, adesso, potrà dire che sì, sette vittorie consecutive in campionato non ce le ha nessuno. E sicuramente baderà poco ai cinesi, a Suning, ai tre allenatori stagionali. Vivrà spensierato, godendosi i gol di Mauro Icardi, suo nuovo idolo, e le giocate di Roberto Gagliardini, che fino a pochi anni fa – proprio come lui – le partite dei grandi le guardava seduto sui seggiolini di uno stadio. Vittorio, Filippo, Federico: piccole, bellissime storie di calcio.
Fonte: SkySport