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EDITORIALE – Au revoir Kvara

In riferimento alla storia recente del Napoli (era AdL), ricordo che quando partirono Lavezzi, Cavani, Marek, Quagliarella, Insigne e Dries stetti parecchio male. Per alcuni di essi (Quagliarella) ero deluso (non conoscevo la verità), per altri (Dries) ero molto arrabbiato con la società.

 

L’addio di Kvara non mi trasferisce le stesse emozioni, forse perché non ho fatto in tempo ad “innamorarmi”, o magari perché la realtà (gli ultimi due anni) non ha rispecchiano le aspettative (i suoi meravigliosi primi 6 mesi in azzurro).

Certo, ha scelto di trasferirsi in un momento decisamente inopportuno (poteva andar via l’estate scorsa, poteva andar via a fine campionato, ma non a stagione in corso, con il Napoli in lotta per il titolo), sicuramente avrà avuto le sue ragioni, ma questa sua decisione io la condanno, senza se e senza ma (non sto assolutamente discolpando la società).

 

Una cosa però è certa: MAI, e sottolineo MAI, punterò il dito contro Kvicha definendolo “traditore”, perché è semplicemente un professionista e come tale tutela i suoi interessi.

 

Detto quanto, voglio sottolineare che (giustamente) il suo nome farà per sempre parte della nostra storia, in quanto è stato tra coloro che hanno contribuito in modo importante alla vittoria del 3 scudetto, e questo nessuno mai lo potrà cancellare. Mettiamola così: prima il numero 77 nel Napoli significava poco, oggi per indossare quella maglia bisogna quantomeno essere “degni”.

Buona vita Kvicha, grazie di tutto

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