Nuovi guai per il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis. Il numero uno degli azzurri è finito nel mirino del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Roma e della procura della Capitale, che hanno chiuso le indagini sul trasferimento del difensore Kostas Manolas dalla Roma al Napoli nell’estate del 2019. Proprio in merito a questo movimento di mercato de Laurentiis è accusato di falso in bilancio.
La nuova accusa rientra nell’indagine su presunte plusvalenze fittizie intorno all’acquisto dell’attaccante Victor Osimhen nel 2020 dalla squadra francese del Lille. Per questa ultima accusa i pm capitolini avevano proceduto alla chiusura delle indagini nel gennaio scorso. I legali del patron del Napoli, gli avvocati Lorenzo Contrada e Fabio Fulgeri, annunciamo che il loro assistito sarà pronto a farsi ascoltare dagli inquirenti “per chiarire l’intera vicenda”.
Nell’affare Osimhen rientrarono, come spiega Calcio e Finanza, oltre al portiere Orestis Karnezis, tre giovani calciatori del settore giovanile partenopeo: Claudio Manzi, Ciro Palmieri e Luigi Liguori (i primi due nati nel 2000 e il terzo nel 1998). Dal bilancio del Napoli chiuso al 30 giugno 2021, era emerso che i tre furono valutati tra i 4 e i 7 milioni (oltre 5 milioni invece la valutazione di Karnezis), cifre considerate fuori mercato per giocatori praticamente senza “curriculum” e che finirono per generale plusvalenze per circa 20 milioni a fronte di un’operazione totale da 76 milioni circa (il costo di Osimhen, ndr). Uno di loro, e in particolare Liguori, si lamentò in un’intervista del 2021 di questa situazione, spiegando di non essere mai stato a Lille e che “non era un’operazione fatta per noi, per il nostro futuro. Era per altro. Ci siamo bruciati per “colpa” del Napoli. Perché noi non sapevamo nulla”.
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