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Napoli-Lecce, Conte: “Guai a pensare agli altri. Kvara? L’importante è che dia tutto”

Napoli, 24 ottobre 2024 – Il ciclo sulla carta facile sta per finire con il match interno contro il Lecce, in programma sabato 26 ottobre alle 15: naturalmente Antonio Conte non ci sta ad abbassare la tensione proprio ora che il Napoli ha ingranato la terza (vittoria di fila) e, soprattutto, proprio ora che all’orizzonte, complice il contemporaneo confronto tra Inter Juventus, ci potrebbe essere il primo vero tentativo di fuga in classifica.

Allo stesso tempo, seppur nel contesto di un’annata senza competizioni internazionali, gli azzurri devono cominciare a gestire le forze in vista del primo e unico turno infrasettimanale del campionato, che nella giornata di martedì proporrà la trasferta in casa di un Milan in netta crescita. “A me non piace parlare di turnover, perché per me sono tutti titolari. Poi certo, vengono fatte delle scelte anche in base alle condizioni fisiche dei giocatori, ma all’origine di tutto c’è sempre la voglia di fare risultato ed è ciò che cerco anche contro il Lecce“. Insomma, Conte non ammette cali di tensione e lo fa proprio ora che, al di là della vittoria, non tutto a Empoli ha funzionato a dovere: soprattutto in primo tempo chiuso dai suoi a reti bianche non senza un bel pizzico di fortuna. “Mi auguro un approccio diverso rispetto a quello del Castellani, dove però sono anche stati bravi gli avversari a metterci in difficoltà. Bisogna però migliorare e far meglio rispetto a Empoli“. Inevitabile pensare, appunto, al possibile primo break del campionato da parte della capolista. “Non penso mai alle partite altrui e vorrei che questo valesse anche per tutto l’ambiente. Bisogna pensare alla nostra partita e a trovare punti importanti anhe qualora ci fossero difficoltà, che dovremo essere bravi a superare”. Insomma, focus puntato sul Lecce, una squadra affettivamente non come le altre per Conte. “Ci sono i sentimenti, ma c’è anche la professione. Quella squadra rappresenta le mie origini prima del passaggio, a 21 anni, alla Juventus, ma poi c’è la partita e per me il Lecce sarà una formazione da battere”. Chissà che nel contesto del possibile turnover, totale o parziale, in azzurro non si riveda anche Giacomo Raspadori, forse uno dei pochi scontenti di questo ottimo inizio di stagione all’ombra del Vesuvio. “Sta lavorando bene come gli altri. Lo vedo positivo, concentrato e per me è un attaccante: o prima punta o seconda punta, un po’ come ora sta giocando Scott McTominay“. Difficile scalzare lo scozzese, protagonista di un grande impatto con il mondo Napoli così come, con le dovute proporzioni, due anni fa lo era stato quello di un Khvicha Kvaratskhelia che ora, a parte i fatti del campo che lo vedono ancora importante (e decisivo, come ad Empoli), sta vivendo una fase di tensione con il club sul tasto rinnovo. “E’ da un bel po’ che se ne parla di queste discussioni in ballo tra lui, l’entourage e la società. Non entro nei particolari, anche perché è compito del direttore sportivo farlo, nel caso. Al ragazzo mi sento solo di dire di continuare a lavorare sodo, onorando la maglia e impegnandosi come sta facendo, al di là di ciò che succederà nel futuro. La speranza – continua Conte – è che si arrivi a un accordo positivo tra le parti, ma so che nel calcio può succedere di tutto e, in questo caso, è importante soltanto continuare a dare tutto da qui a fine stagione”.

Tra le righe il tecnico salentino non chiude le porte all’addio del georgiano, importante nel suo sistema di gioco ma forse non quanto il pupillo Romelu Lukaku, reduce dalla prima mezza bocciatura al Castellani: non esattamente una novità per un giocatore non nuovo alla discontinuità. “Ha lavorato come sempre. E’ sereno e non ci sono problemi di gestione: io sia in settimana sia in partita mi baso su ciò che vedo”. Tradotto: anche l’amatissimo belga, in caso di giornata infelice, può finire dietro la lavagna per un Napoli atteso al varco a molti, tra tifosi curiosi di misurarsi con l’imminente ciclo di ferro e, ovviamente avvesari. “Il nostro compito è solo lavorare senza pensare a ciò che si dice: penso all’esordio disastroso e tutt’altro che preventivato di Verona, ma da lì in poi siamo cresciuti e ora siamo primi. Ci vuole equilibrio e ci vorrà anche nelle fasi negative, nelle quali dovremo essere bravi a non buttare via tutto. Rispetto le opinioni di tutti, ma dobbiamo continuare ad andare avanti per la nostra strada con l’obiettivo di costruire qualcosa di duraturo nel tempo: solo così si vince e chi non l’ha mai fatto non può saperlo, sparando fesserie”. Tornando al campo, chissà che non si avvicini il momento del debutto da titolare di David Neresche può giocare indifferentemente sia a destra sia a sinistra. “Lo vedo in entrambe le caselle, ma anche in questo caso è importante avere equilibrio: potrebbero esserci momenti in cui potremmo vedere anche insieme Kvara Neres“. Non solo gli esterni: anche alle spalle di Lukaku c’è fermento, specialmente qualora la partita anonima del Castellani non restasse un caso isolato. “Non criticherei solo lui: nel primo tempo l’intera squadra ha faticato. Non mi soffermo su un solo nome, ma abbiamo giocato male prima di uscire dagli spogliatoi con un altro atteggiamento”. Poi c’è chi come Giovanni Simeone ha sfruttato al meglio la prima stecca del belga. “L’impatto che ha avuto quando è entrato, lui e gli altri cambi, è stato importante: è stato una sorta di shock positivo per l’intera squadra e per i titolari, che così facendo mi auguro capiscano la fortuna che hanno a giocare dall’inizio”.

Quotidiano.net

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