Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 ore, è intervenuto su Radio Marte in Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni: “Questo scudetto determina un salto di qualità dal punto di vista economico-finanziario anche se andrà opportunamente monetizzato. Ma già la tournée in Corea del Sud è un tassello di una strategia che sul piano commerciale deve portare a valorizzare questo titolo, in cerca di nuovi sponsor o del miglioramento delle condizioni economiche delle attuali sponsorizzazioni. Il Napoli si candida ad entrare in una fascia più alta del calcio europeo e in questo senso il fatto di poter partire come testa di serie l’anno prossimo in Champions mette il club nelle condizioni migliori, sia dal punto di vista sportivo che economico, circa la possibilità di poter fare passi avanti nella competizione, visto che il passaggio di turno frutta decine di milioni di euro. Come tutte le squadre europee la pandemia ha determinato la necessità di far fronte a deficit importanti ed anche il Napoli ha perso tanto e, per la prima volta nel 2022, ha fatto ricorso ad un prestito agevolato. Nelle casse però c’è una liquidità importante, soprattutto quest’anno con la vittoria dello scudetto e con i circa 90 mln incassati dalla Champions. Il successo del Napoli è stato ottenuto in maniera assolutamente unica nel panorama europeo. Cioè attraverso un rafforzamento sportivo di una squadra che è passato però da una riduzione importante dei costi, del monte ingaggi, degli ammortamenti, e questo è unico nel panorama europeo. In questi 20 anni di De Laurentiis a Napoli progressivamente il perimetro economico della Filmauro si è concentrato su Napoli e Bari; naturalmente Napoli rappresenta l’asset principale anche in termini di produzione di fatturato annuale. Quindi Napoli rappresenta un elemento essenziale del patrimonio di Aurelio De Laurentiis e del gruppo Filmauro. Credo che il bilancio del Napoli può essere considerato il migliore d’Italia e tra i migliori d’Europa soprattutto se consideriamo l’equilibrio contabile e il rapporto ricavi/costi dopo l’era della pandemia. Il Napoli dovrebbe lavorare di più per aumentare i ricavi e portarsi ai livelli dei top club. Oggi il parco calciatori del Napoli si è rivalutato enormemente con la conquista dello scudetto e con il gioco espresso dalla squadra. Dunque, nel prossimo calciomercato il Napoli non dovrà fare plusvalenze e potrà contare sulla cessione dei suoi big che darebbe al club un’ulteriore ricchezza in portafoglio da poter reinvestire. Ricordiamo che il Napoli è stato preso dal fallimento con circa 30mln, valore subito ripagato col Napoli in serie A e che oggi vale moltissimo, forse vicino al miliardo, e questa sarebbe una plusvalenza pulita per la famiglia De Laurentiis non avendo altre situazioni debitorie”.
Antonio Corbo, editorialista de “La Repubblica”, è intervenuto su Radio Marte in Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni: “Mi sembra giusto aver attribuito la cittadinanza onoraria a Spalletti che ha unito il suo nome ad un momento che ha rallegrato e inorgoglito la città. Se il Napoli ha vinto lo scudetto dopo 33 anni vuol dire che quest’anno ha lavorato bene. Se dopo due anni già allenatore e presidente non si trovano d’accordo significa che nella macchina c’è un po’ di ruggine, delle incrostazioni, che vanno rimosse. Altrimenti non si spiega uno strappo dopo lo scudetto. Io credo che la reazione di Spalletti non sia normale. Credo che nello strappo col presidente, dopo che De Laurentiis ha organizzato così bene l’ultima campagna acquisti, ha bonificato lo spogliatoio, ha sbaraccato quella squadra che aveva dei problemi, qualcosa non ha funzionato. E credo che l’anomalia sia quella di Spalletti che forse non ha retto allo stress della vittoria. Lo scudetto è un grandissimo stress. I rapporti sono usurati senza particolari responsabilità. Quindi è giusto che Spalletti faccia un po’ di riposo ed il presidente scelga un altro. Io credo, invece, che al momento il problema sia l’assenza di Giuntoli perché non credo che sul mercato ci sia un direttore sportivo capace di comprare o scovare giocatori con pari successo e bravura. De Laurentiis ha creato una macchina quasi perfetta che ha vinto lo scudetto ed ha i conti in ordine. Secondo un servizio di un quotidiano, De Laurentiis, e quindi il Napoli, sono in una situazione piuttosto agiata economicamente. Per me significa che il Napoli può lottare anche per il secondo scudetto e per la Champions. Non andrei sul catastrofismo. Quest’anno Spalletti è stato un allenatore formidabile e lo dico perché credo che non abbia un carattere facile; è la sua carriera che ce lo dice. Prenderei un allenatore che nel campionato italiano si è ben comportato. Bisogna creare un rapporto produttivo tra presidente e allenatore. Il presidente c’è ed è insostituibile. Quindi bisogna scegliere un allenatore che sia disposto a lavorare con spirito di collaborazione e di servizio con De Laurentiis. Cioè che faccia l’allenatore senza essere un po’ reattivo o suscettibile. Un bravo allenatore che ami il Napoli, lo porti avanti con competenza, che sappia fare gruppo, e che sia moderno nella preparazione della partita. Bisogna scegliere quindi una tipologia professionale molto importante, in modo oculato, non attraverso i nomi. Sarri non è stato solo l’allenatore dei 91 punti ma anche quello che ha perso lo scudetto e che ha stremato i giocatori. Certo il prestigio professionale di Ancelotti era tale che fece dimenticare subito Sarri. Ma Ancelotti non fu sostenuto adeguatamente perché aveva una squadra ingestibile logorata da invidie ed egoismi ed è stato bravo De Laurentiis a sbaraccarla”
Fabrizio Ferrari, giornalista del Daily Mail, è intervenuto nel corso della trasmissione Marte Sport Live, condotta da Dario Sarnataro, in onda su Radio Marte: “Ci sono margini per la conferma di Spalletti? Non credo, conoscendone il carattere so che se Luciano ha preso una decisione non torna indietro. Neanche se De Laurentiis lo pregasse in ginocchio, e sono certo che non accadrà, Spalletti cambierebbe idea. C’è stato qualche strappo che parte da lontano, forse dopo Empoli dello scorso anno, alcuni atteggiamenti non sono piaciuti a Spalletti, per esempio non essere proprio coinvolto sulle cessioni, specie quella di Koulibaly dell’estate scorsa. Poi il mister è rimasto perché aveva fiducia della squadra a disposizione. Del resto so per certo che Spalletti è voluto a venire a Napoli con grande voglia perché era convinto di fare bene. L’addio di Giuntoli non aiuta l’eventuale riconciliazione, anche la pec non ha favorito il disgelo. Credo che il tecnico volesse essere coinvolto nel progetto, parlando prima e poi formalizzando il rinnovo e non il contrario, specie dopo aver vinto lo scudetto con un contratto firmato due anni prima a cifre molto più basse di quelle abituali. L’erede di Spalletti? Sarebbe giusto scegliere un allenatore che non cambi registro rispetto a Luciano, dando invece continuità al suo lavoro. Credo che dopo lo scudetto serva un allenatore di nome anche per i tifosi, Luis Enrique sarebbe un’ottima scelta. A me piace molto Thiago Motta, ha dato mentalità e gioco al Bologna, lo si è visto nella gara con l’Inter, in cui i nerazzurri avevano motivazioni per vincere. Il suo Bologna non solo non ha difeso il pareggio ma ha pressato alto perché voleva vincere”
Enrico Fedele, dirigente sportivo,è intervenuto nel corso della trasmissione Marte Sport Live, condotta da Dario Sarnataro, in onda su Radio Marte: “Luis Enrique sarebbe un’ottima prosecuzione del lavoro di Spalletti. E’ un grande tecnico, ha vinto tutto col Barcellona, sa valorizzare i giovani e il Napoli potrebbe garantirgli un adeguato stipendi usando i vantaggio del decreto crescita. Fermo restando che per vincere occorrono sempre i calciatori forti. Klopp? Al di là delle pretese economiche è un gestore e arriverebbe allo scontro con De Laurentiis dopo 4 mesi. Al Napoli occorre un lavoratore, uno che allena sul campo e migliora i calciatori. Anche perché non sappiamo che Napoli sarà, probabilmente anzi sarà una squadra senza Kim, senza Osimhen al 90% e senza Zielinski, giocatore che adoro, al 70%. Thiago Motta? Mi piace, ha un imprimatur da calcio spagnolo, da calciatore era molto bravo tatticamente e quindi “vede” bene il calcio ma non mi elettrizza, perché un conto è fare bene a Bologna e un conto è farlo a Napoli. Benitez? Non mi dispiacerebbe, anzi. E’ un signor allenatore e conosce già la piazza e il calcio italiano. Sarebbe un’ottima soluzione. Italiano? Pecca fortemente nella fase difensiva, è un figlio di Zeman, sarebbe rischioso portarlo a Napoli. Il nuovo ds? Si parla di tanti dirigenti, perché non considerare anche Tare? Potrebbe fare bene a Napoli”.
Nando Orsi, opinionista Sky, è intervenuto nel corso della trasmissione Marte Sport Live, condotta da Dario Sarnataro, in onda su Radio Marte: “Al Napoli per il dopo-Spalletti serve un profilo europeo e il nome di Luis Enrique è perfetto, è in cima alla mia persona lista. Ha allenato a Barcellona, ha diretto grandi calciatori, conosce un po’ il calcio italiano, ma poi decide sempre De Laurentiis…. Gasperini e Conte? Per carità ottimi allenatori ma non so se sia il caso di cambiare modulo e idea di gioco rispetto al grande lavoro fatto da Spalletti. Con il 3-5-2, per esempio, Kvaratskhelia dove giocherebbe? Da seconda punta? Da quinto esterno? Io lo vedo sempre temibile sulla fascia, ma in attacco. Un ritorno di Sarri? Tutto è possibile, è un nome spendibile, anche se a me i ritorni non piacciono. E credo che alla fine Sarri resterà alla Lazio. Il nuovo allenatore sarà importante ma lo sarà ancora di più la nuova squadra. Senza Kim e Osimhen che Napoli sarà? Poi ha ragione De Laurentiis a dire che non c’è fretta e che soprattutto il Napoli è forte. E se lui dice che lo sarà anche in futuro i tifosi devono stare abbastanza tranquilli. Il presidente merita fiducia”