Il Napoli è tornato Campione d’Italia dopo 33 anni dall’ultimo successo. In quel Napoli di Diego Armando Maradona, c’era anche Antonio Careca e la redazione di CalcioNapoli24 l’ha raggiunto in esclusiva, a Pompei, dove ha fatto visita alla mostra proprio su Diego:
Lo Scudetto a Napoli, Antonio cosa rappresenta lo scudetto per Napoli?
“Io ho vissuto il secondo scudetto, è stato stupendo perchè dopo due anni di poche gioie, siamo riusciti a vincere. Il primo per me ed è il più importante di tutti. Dopo 33 anni si è vinto il terzo e i ragazzi sicuramente sono felici. Penso che fare bene in questa città, vuol dire fare bene al popolo napoletano. Sono orgoglioso di aver potuto vincere e fare parte di questa città. Spero che possa essere l’inizio, che possano arrivare tante vittorie in campionato e in Champions League”.
Diego Armando Maradona diceva che lo scudetto a Napoli era il riscatto del Sud verso il Nord. E’ lo stesso anche oggi?
“Non è cambiato niente, è sempre difficile battere le squadre del nord che hanno più soldi. Nel mio periodo lo era ancora di più, con arbitri non tanto precisi nelle decisioni. Oggi c’è tanta tv ma questo Napoli è stato perfetto, ha giocato e vinto e anche la distanza dalle altre è ampia: sono molto felice di stare qui in questo momento ed essere vicino a loro mi riempie di gioia”.
Gli arbitri, ecco in Champions hanno condizionato la gara con il Milan. La Fifa, la UEFA tante polemiche, Diego aveva ragione…
“Non so se la UEFA ha fatto qualcosa, difficile dirlo ma nelle due gare ci sono alcuni dubbi. Mi dispiace tantissimo, hanno creato anche il VAR che si può visionare ma non viene sfruttato. Una situazione che gli arbitri hanno deciso di non vedere. Il VAR è arrivato per sbagliare il meno possibile e secondo me il Napoli poteva arrivare a giocare la semifinale e forse anche la finale con il Manchester City. Questo errore arbitrale ha condizionato”.
Sei stato grandissimo centravanti, oggi c’è Osimhen: di lui cosa pensi?
“Osimhen quando è arrivato era in difficoltà e qualche infortunio l’ha condizionato. Poi ha sempre fatto la differenza ed essere capocannoniere lo aiuterà molto a livello personale ma ha aiutato anche la squadra che è di qualità. Merito di tutti i giocatori e di Spalletti che è stato l’allenatore dell’anno”.
Però con Giuntoli, Spalletti potrebbe anche andare via. Cosa succederà a questo Napoli?
“Mi dispiacerebbe tantissimo se dovesse accadere. Anche Giuntoli ha fatto un grandissimo lavoro: ha trovato giocatori dal basso costo ma di grande qualità. Due pezzi importantissimi per Napoli, per continuare a vincere. Giuntoli sembra vicino alla Juventus e se parte anche Spalletti, il Napoli perde tantissimo”.
“Il calcio per me è come l’ossigeno, mi fa vivere”, quanto è stato e quanto è importante nella sua vita?
“Il 90% di noi che amiamo il calcio, lo fa con allegria, con emozione e tecnica. Il calcio per me sarà sempre così e cerchiamo di trasferirlo ai ragazzi che alleniamo. Io anche ai miei tre nipotini. Bisogna vivere il momento con motivazione e amore, questo fa la grandissima differenza alla fine. Tutti abbiamo talento ma se abbiamo anche il cuore, possiamo vincere di più”.
‘Ti sei dato al calcio più di quanto il calcio ti ha dato’, hai un rimpianto?
“Un po’ si però ti dico che in Brasile c’è anche un riconoscimento non altissimo mentre in Italia è superiore. La passione dei napoletani e degli italiani è forte. A Napoli ma anche in altre parti d’Italia mi trovo bene, sono appassionati di calcio. In Brasile ricordano quelli che hanno vinto, non quelli che non ci sono riusciti vincendo un mondiale. Sono contento, però, di aver vissuto questi anni nel calcio”.