Riccardo Bigon, ex ds del Napoli, è intervenuto in diretta ai nostri microfoni durante ‘Calcio Napoli 24 Live’ trasmissione in onda su CalcioNapoli24 TV (canale 79 Digitale Terrestre).
“Scudetto del Napoli meraviglioso, ma non mi sento di accollarmi nessun tipo di merito. Sicuramente sul metodo, sul percorso e la struttura ci ha messo qualcosa del mio, ma non mi sento di prendermi dei meriti e li lascio a chi ha portato questo Napoli alla vittoria. Per me è stato un orgoglio aver contribuito a far crescere il club. Nel mio ambito ho dato sempre il meglio, Mantovani e Micheli li andai a scovare a Brescia per portarli lì con me e sicuramente è stata una pietra importante di quella struttura. Sono in primis amici e poi colleghi, quindi non posso non essere contento per loro”.
Crisi del secondo anno con De Laurentiis? Quella volta con Mazzarri andò come tutti sapete e c’era Gasperini pronto prima che il tecnico poi decidesse di restare. Questa volta non saprei cosa possa succedere con Spalletti. All’interno dei club c’è un grande livello di attenzione e solo chi li vive può avere una sensazione di come possa andare”.
Micheli al posto di Giuntoli come DS? Lo conosco benissimo ed abbiamo lavorato insieme per 9 anni. Micheli è molto competente e bravo nel suo ruolo come scout e dirigente, una preziosa risorsa. Una sua versione nel marasma quotidiano di un club del livello del Napoli non saprei dirlo, ma di certo non gli mancherebbero gli strumenti per risolverei i problemi. Alla sua versione attuale, dove è bravissimo, io non lo rinuncerei mai e difficilmente lo sposterei. Così come non rinuncerei a Giuntoli”.
Su Benitez e l’ipotetico ritorno a Napoli: “Il club azzurro è già affermato in Europa, poi provare a vincere quelle competizioni è molto complicato. Rafa per me è un amico, ha uno spessore alto ed ogni club che decidesse di puntare su di lui avrebbe un plus. Non saprei cosa potrebbe succedere a Napoli l’anno prossimo, non è compito mio. Ai tifosi dico di guardare la soddisfazione del punto a cui è giunto questo club e proprio perché è così forte, di sicuro le cose saranno fatte bene. Anche nei cambiamenti, se il club è forte, ci saranno garanzie”.
Mertens fu un mio colpo? Si, lo seguivo già da tempo perché ci giocammo contro in Europa League contro l’Utrecht. Giocava esterno sinistro e lo adocchiamo come possibile sostituto di Lavezzi. Lui poi andò al PSV e noi lo prelevammo la stagione successiva. Lens? Non fu un depistaggio, ne seguivamo vari e alla fine arrivò Mertens che era il nostro primo obiettivo”.
Sul mancato arrivo di Fellaini: “Il Manchester United si oppose alla cessione del giocatore, non centrò il siparietto social con il dj. Incontrai il ragazzo a Charleroi, provammo a vederci di nascosto ma appena si aprirono le porte dell’aeroporto e fui beccato dai napoletani”.
Acquisto che mi inorgoglisce di più? Difficile, a Napoli ne abbiamo presi tanti da Cavani a Mertens, passando per Higuain e Koulibaly. Forse direi Jorginho perché veniva da sei mesi a Verona e Benitez non lo vedeva molto, quindi ho dovuto insistere molto insieme con Pecchia per far capire che modificando lo scacchiere il calciatore sarebbe emerso. Fu un’operazione che mi diede grande soddisfazione”.
Calciatore sfumato? Ci sarebbero un paio di nomi famosi, ma preferisco evitare”.
Maggiore emozione a Napoli? La prima coppa Italia, personalmente chiudeva un cerchio per la mia famiglia. Ricordo il ritorno da Roma e fu pazzesco, quel viaggio in pullman non lo dimenticherò mai anche perché ci mettemmo quattro ore a fare tre chilometri”.