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Chiariello : “Lo striscione contro di me? Pure se m’ammazzano che mi frega? Lascerebbero un tifoso del Napoli senza padre. Hanno fatto un autogol chiamandomi ‘infame'”

Il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto in diretta ai nostri microfoni durante ‘Calcio Napoli 24 Live’ trasmissione in onda su CalcioNapoli24 TV (79 Digitale Terrestre) per parlare delle ultime di mercato del Napoli. Ecco quanto evidenziato da CN24.

“Lo striscione contro di me? Ormai alla mia età sono diventato atarassico, vivo le emozioni con molta parsimonia: sarà l’età del giudizio, ma non mi ha impressionato più di tanto. Lo potevo anche immaginare, pensavo che dopo il chiarimento avuto con la mediazione di Marco Giordano su Twitch, con l’avvocato Coppola che difende gli ultras della Curva B, la cosa fosse chiarita. Invece l’impatto mediatico è stato forte e avranno ritenuto di rispondere in maniera pesante: potevano fare meglio, darmi dell’infame, termine del gergo mafioso peraltro sbagliato, perchè l’infame è il traditore ed io non ho tradito nessuno, semmai sono contrario.

Hanno fatto un autogol, perché usando un linguaggio mafioso la gente li etichetta per delinquenti: ed io invece so che gli Ultras 72 sono composti da gente perbene e ci sono tanti professionisti che conosco. Penso che abbia fatto più male a loro che a me questo doppio striscione, uno davanti al Maradona e uno davanti Canale 21. Ci siamo dati due botte, per me non c’è problema anche se il termine infame è un autogol da parte loro: potevano dirmi altro, infame non va bene a loro se poi vogliono dialogare con le autorità. La DIGOS mi ha contattato e sta facendo le sue indagini, e Canale 21 pubblicherà i video dell’impianto di sorveglianza.

Ribadisco e sgombro il campo dall’emotività: loro hanno ragioni fondate e l’avevo già detto domenica sera, a Napoli c’è una restrizione del regolamento d’uso che per me è inaccettabile, c’è disparità di trattamento tra tifosi di Napoli e tifosi avversari. Gli ho dato anche delle ragioni, bisogna lavorare per abolire certe restrizioni: De Laurentiis ha tante ragioni, ma non quando parla di stadio-salotto. Deve essere un salotto ribollente di tifo, come Liverpool, come Francoforte, ma anche come l’Arechi di Salerno. Il tifo vero si vede quando deve fare la differenza, e non posso accettare che chi si definisce ultrà, e quindi ritiene di essere più tifoso degli altri perchè dedica le sue energie economiche e fisiche, deve essere il primo ad essere vicino alla squadra aiutandola nei momenti di difficoltà. È una vergogna che chi si definisce super-tifoso decida di non tifare solo per rivendicare le proprie ragioni: l’unica ragione è il tifo per il Napoli, e se c’è da ragionare poi sono il primo a dargli ragione perchè ci sono restrizioni inaccettabili su tamburi, megafoni e bandiere, in uno stadio dove tolgono le stampelle agli invalidi.

Stiamo esagerando, i tifosi avversari vengono messi in un settore limitato e non c’è alcun contatto: che senso ha applicare certe restrizioni se non per impedire agli ultrà di tifare? Non possiamo pensare ad uno stadio senza ultrà, sarebbe un’altra cosa. Le standing zone ci sono in tanti stadi d’Europa, il braccio di ferro sui posti fa male al cittadino comune, al Napoli, agli ultras che a Francoforte se le danno: che senso ha?

Il verbo ‘taci’ è una minaccia che mi fa paura? Mia moglie l’ha avuta, a me no. Buono buono m’ammazzano, che me ne frega? La mia vita l’ho già fatta, voglio vedere lo scudetto, vedere mio figlio crescere, poi cosa fanno m’ammazzano? Poi sarebbero bravi a lasciare un tifoso del Napoli senza il padre? E non si vergognerebbero davvero? Non li faccio così animali, non arriverebbero così oltre.

Tavolo di dialogo tra Comune, Napoli e tifosi? Sai come mi rispondono? Ho provato a dialogare con loro, se nessuno faceva casino poi non si interveniva. Gli ho detto che attaccando me hanno fatto un autogol, perchè mandano a mare un possibile tavolo di confronto. Non tanto verso di me, ma perchè ora verranno dipinti male. Potevano chiamare, gli avrei dato spazio.

Domenica sera molti mi chiedono ‘ma chi te lo fa fare?’, l’ho voluto creare il caso: l’ho voluto creare perchè mi ribolle il sangue a sentire il Maradona silente, siamo davanti ad una occasione pazzesca e non si può non remare tutti nella stessa direzione. Poi sapevo di creare un caso, ed era quello che volevo: volevo mettere attenzione forte su questo tema, altrimenti non si trovava mai una soluzione. Caso ha voluto che De Laurentiis ieri parlasse alla sua maniera, ed il problema è diventato centrale. Invece di chiamarmi infame, dovrebbero ringraziarmi per averli attaccati”.

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