Pietro Lo Monaco: lo scandalo Juve non mi meraviglia
“Ogni volta che nel calcio si parla di uno scandalo, c’è la Juve”. Pietro Lo Monaco è intervenuto a Febbre a 90, in onda su Vikonos Web Radio/Tv. Ecco le sue dichiarazioni:
“Lo scandalo Juve? Tutta questa meraviglia non la vedo, dopo l’inchiesta archiviata la meraviglia è relativa, è un problema in atto, la Figc riaprirà l’inchiesta, oltretutto da sempre il nostro calcio è caratterizzato da plusvalenze farlocche. Chiaramente poi il falso in bilancio viene a ruota. Questa della Juve non è una cosa tanto semplice, il fatto che si dimetta in toto tutto il cda credo sia un atto dovuto, ora dovranno certamente affrontare un processo.
“Curioso che ogni volta che c’è un terremoto nel calcio ci sia sempre di mezzo il club bianconero. Fossi nella proprietà qualche domanda me la farei”
Di sicuro la posizione del club bianconero è pericolosa, la Juve è quotata in borsa, ci sono alterazioni ed un meccanismo contorto, se si dovesse appurare l’effettiva consistenza delle cose i rischi sono tanti e molteplici. In più, sarebbe una mazzata per il calcio italiano, ma è curioso che ogni volta che c’è uno scandalo in qualche modo c’è la Juve. Dico questo senza polemizzare, ma fossi nella proprietà qualche domanda me la porrei.
I Mondiali in Qatar? Prima di tutto è stato alterato il modo di fare calcio: si gioca a novembre, in piena stagione agonistica, e l’assegnazione a questo paese è stata anche condita da una rivoluzione nella dirigenza Fifa. Tecnicamente invece possiamo dire che il torneo è livellato: assistiamo ad una crescita delle piccole, una volta era impensabile che l’Arabia Saudita potesse battere l’Argentina, o che il Senegal si qualificasse agli ottavi. La stessa Argentina è sintomatica: la Seleccion in passato aveva tanti e tali campioni che snaturavano un po’ il loro modo di giocare per farli coesistere, ora Messi a parte, peraltro in là con gli anni, ci sono discreti giocatori ma manca il campione. E questo accomuna un po’ tutte le altre squadre, a parte Francia e Brasile.
Chi vince il Mondiale? Se la Spagna avesse un centravanti vero forse direi proprio lei: c’è Morata, sì, e Asensio non è una punta vera e propria. La Spagna è fortissima anche come organizzazione di gioco. Accanto agli iberici non posso non menzionare il Brasile e la Francia. Un gradino sotto Germania ed Inghilterra. Escluderei l’Argentina, poi c’è l’outsider, perché non pensare al Senegal? Hanno qualche difficoltà forse dietro ma ha forza fisica e anche buona qualità”.