Bello e convincente il Napoli visto ieri a Verona. Tuttavia non possiamo evitare di sottolineare pure come quella di Cioffi si sia dimostrata sostanzialmente una compagine allo sbando, del tutto impreparata tatticamente e povera anche tecnicamente.
L’agevole vittoria infonde comunque autostima e serenità, soprattutto nei nuovi che devono ancora ritagliarsi uno status preciso all’interno della squadra.
Tra gli aspetti più positivi, piace sottolineare le prestazioni di Lozano e Zielinski, due giocatori che spesso hanno reso al di sotto delle loro possibilità, ma che ieri hanno dimostrato di poter riscattare una stagione molto deludente. Lozano, lo sappiamo, va a nozze quando incontra terzini poco rapidi e retattivi. Purtroppo in Serie A non ce ne sono molti, ma è importante che lui ritrovi gli spunti e il gusto dell’affondo. Di Zielinski, invece, sono piaciuti molto i movimenti, anche senza palla, ad armonizzare un centrocampo a tre che con altri elementi non aveva assicurato un adeguato apporto alla fase offensiva.
A tal proposito, il 4-3-3 ieri ha destato buone sensazioni. Favorito, certo, dagli avversari, ma alcune cose buone sono emerse: i già citati movimenti di Zielo a galleggiare tra le linee, un Angussa molto propositivo, Lobotka eccezionale nel venirsi a prendere pure gli spazi centrali sulla trequarti, Kvara che veniva in mezzo e, soprattutto, un Osimhen più propenso a venire incontro a dialogare con i centrocampisti, lasciando pure spazio per inserimenti dei compagni. Movimenti interessanti, ma da confermare contro avversari di livello superiore. Sarà interessante capire poi con l’eventuale arrivo di Raspadori come potrebbero cambiare le cose.
Ha un po’ impensierito la fase difensiva. I due gol fatti dal Verona sono parsi un po’ frutto di giocate estemporanee. Serve maggiore cattiveria ed attenzione, ma è chiaro che la difesa necessita di tempo e fiducia, non di uterine bocciature. Rrahmani è piaciuto per la personalità con cui ha gestito il possesso, Kim è feroce quando va sull’uomo e pare dominante sul gioco aereo, ma ha bisogno di tempo per assimilare i dettami di un calcio totalmente diverso da quelli a cui era abituato. Non sarà mai Koulibaly, certo, ma non dimentichiamo che pure i primi tempi del senegalese in azzurro furono negativi. Ostigard e Juan Jesus offrono comunque alternative valide che consentono di tenere silenziosa la campana dell’allarme.
Per il resto, vediamo se negli ultimi giorni di mercato arriverà quella scossa che renderà ancor più interessante il futuro della squadra. Ndombele sembrerebbe cementificare l’idea di un centrocampo a tre, mentre Raspadori strizzerebbe l’occhio ad un ritorno del sotto-punta. La grossa differenza, però, potrebbe farla l’arrivo di Keylor Navas, uno dei migliori portieri d’Europa dell’ultimo decennio. Questo sì, rappresenterebbe un salto di qualità!
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