Aurelio De Laurentiis: a Koulibaly non potevo dire di no, Simeone mi piace
Il lungo silenzio di Aurelio De Laurentiis si interrompe al primo giorno del ritiro di Castel di Sangro. Il patron azzurro, arrivato oggi in Abruzzo insieme alla squadra, parla ai microfoni della radio ufficiale e lo fa a 360°, tra mercato, passato, futuro e addi importanti già messi in archivio. “Il Napoli non deve essere sistemato. È vivo, vegeto e fortissimo. Questa maglia deve essere una seconda pelle, se si parla solo di soldi io ci resto male” le parole di ADL. “Ho lasciato andare Koulibaly perché voleva chiudere la carriera altrove. Il Barcellona non aveva soldi, al Chelsea non abbiamo potuto dire di no. Ho provato a convincerlo offrendogli 6 milioni all’anno ma voleva fare un’altra esperienza in Premier. Non potevamo dirgli di no”.
Capitolo Dries Mertens
Tra i capitoli più dolorosi sicuramente l’addio a Dries Mertens, con il contratto scaduto a fine giugno e mai rinnovato: “Dries si è proposto per un solo anno perché sa che a 35 anni dopo si deve ritirare. Ma se anche lui ne fa solo una questione economica allora io devo dirgli no” sentenzia il patron azzurro. “Se devo pagare una cifra sproporzionata a lui mancherebbe una parte che ci serve per investire su calciatori più giovani. L’ultima offerta da 4,5 milioni lordi l’ha rifiutata, non posso che ringraziarlo e augurargli il meglio, ma devo andare a investire sui giovani che saranno il Napoli dei prossimi anni”.
Non solo gli addii di Koulibaly e Mertens. Intervistato da Radio Kiss Kiss Napoli, il patron Aurelio De Laurentiis ha parlato anche degli obiettivi in entrata del Napoli: “Simeone mi piace molto. Bisogna vedere che cosa ne pensa Spalletti perché è un bravissimo attaccante, forse si complementarizza meno di Petagna con Osimhen perché forse è più simile a Osimhen. Noi non dobbiamo giocare col 4-4-2 con due punte. I calciatori non devono offendersi se a un certo punto vengono sostituiti. Una partita dura 90 minuti, se abbiamo portato sul tavolo i cinque cambi è perché questi cinque cambi devono essere utilizzabili nel modo più corretto. Se uno viene sostituito nel secondo tempo non deve sentirsi menomato. È l’allenatore che deve sapere come armonizzare, gestire e ottimizzare tutti i calciatori contro quella specifica squadra”.
Com’è il rapporto con Spalletti?
“Sincero, ci diciamo tutto in faccia, non siamo falsi. Non ci mentiamo, siamo due veraci”.
Kim arriva?
“Mi piace l’idea di avere un coreano. A parte che è un coreano sui generis perché è alto 191 centimetri. Poi mi interessa sposare la condizione coreana con quella napoletana, del Sud. Sono due mondi che possono compensarsi tra di loro. Uno molto tecnologico, ma sempre molto su vista, e l’altro molto verace, fatto di grandi suggestioni, di grandi filosofie, di grande contaminazione culturale”.
Quando arriva?
“Mi auguravo che arrivasse ieri, ma quando negozi e ci sono di mezzo determinati avvocati e procuratori i contratti sono complessi, perché ti chiedono la luna. E tu rimani perplesso. Cioè, io dovrei pagargli le tasse anche in Corea? Quello è stato in Turchia, quindi residente in Turchia, probabilmente deve seguire la tassazione fiscale turca credo. Il povero Giuntoli tra un po’ diventerà assistente di Tremonti (ride, ndr)”.
Che tipo di portiere prenderete?
“Nella nostra storia abbiamo sempre avuto dei portieri di personalità. Poi c’è sempre stato un terzo portiere di riserva. Ma i primi due non possono essere di riserva. Il fatto che uno possa risentirsi perché il portiere è bravo, ma anche lì… È importante come l’allenatore sappia gestire. Quest’anno ci saranno 52 e speriamo più partite, per cui i problemi saranno tanti, le insidie per gli infortuni pure, il Covid non è un problema risolto. Non possiamo avere un primo portiere bravo e un secondo schiappa per far piacere al primo portiere. Non credo che Meret possa pensare una cosa del genere. Se dovesse succedergli un incidente, a Meret, poi chi è che sta in porta? Un portiere non può fare 52 partite l’anno, deve dividersi la torta. Se giochi in una squadra come il Napoli, che gioca da 13 anni in Europa, unica italiana tra l’altro, tu devi attrezzarti affinché questo non sia un problema”.
“Napoli in vendita? Io solo con ‘Amici Miei’ potrei campare di rendita per i prossimi 30 anni. Hanno messo in dubbio che io nel 2017-2018 abbia ricevuto e rifiutato un’offerta da 900 milioni di dollari. Sto ricevendo tantissime offerte, tutte rispedite al mittente. Tre da fondi per il Bari, anche queste respinte. Ho ricevuto un’altra offerta da 2.5 miliardi per tutto il mio gruppo. Ma perchè dovrei cedere? Mi posso divertire ancora o no?”, ha affermato il patron azzuro.
“Ma poi basta col dire ‘il romano’. Io vengo da una famiglia irpina che poi si è trasferita a Torre Annunziata. Abbiamo cercato di portare questa solarità in giro per il mondo. Io amo tre città: Napoli, Londra e Los Angeles”, ha aggiunto De Laurentiis.