A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Alessandro Melli, ex giocatore di Milan e Sampdoria. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
Su quanto è importante la finale di Conference League per il calcio italiano
“Sicuramente è una competizione nata quest’anno ed è il livello europeo più basso, però è sempre una competizione e ci sono comunque squadre di un certo prestigio, quindi a prescindere è una nota positiva. Il calcio italiano ha bisogno di ripartire e giocarsi finali e semifinali euripee. Questa è una bella nota positiva per il calcio italiano.”
Sul vivere la Serie B e le serie minori
“Io ho avuto la fortuna di giocare in vari campionati, fra cui Serie A e le coppe, che sono gli obbiettivi per il quale un calciatore si avvia alla carriera. Ma giocare nelle categorie più basse fa provare una gioia e delle emozioni che non hanno nulla da invidiare alle categorie più basse. Cambia solo la categoria, la gioia rimane uguale. Ovviamente il prestigio e differente, ma le emozioni non cambiano: è il bello del calcio e dello sport. Quest’anno ho guardato tutta la Serie B e poca Serie A, e molto spesso preferivo guardare la serie cadetta perché c’è più agonismo e più battaglia rispetto alla massima serie. Io farei giocare molti più italiani, e vorrei dirlo a chi sta ai piani alti. Secondo me bisogna far giocare i nostri ragazzi.”
Quale visione calcistica paga di più?
“Io credo che ci siano due allenatori che negli ultimi anni abbiano dimostrato di essere degli illuminati: Sacchi e Guardiola. Sacchi ha cambiato il calcio negli anni 80 e Pep negli ultimi anni. Loro sono stati quelli che più hanno evoluto il calcio a prescindere da tutto. Esistono anche allenatori che fanno praticare un calcio più essenziale e vincono comunque, fermo restando che si tratta sempre di allenatori di grande livello. Lo stesso Capello ha ottimizzato di molto il calcio di Sacchi, era molto più essenziale, ed ha vinto più di Sacchi. Questo è il bello del calcio, che è uno sport che si è evoluto tantissimo ed ognuno ha il proprio pensiero, non solo nei ruoli ma anche in generale, come nel caso degli attaccanti, che prima avevano vita più complicata, mentre adesso hanno una vita più semplice.”
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Alessandro Sacco, di ‘Serie AL femminile’. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com
Sul prossimo turno del campionato Femminile
“Domenica sarà una giornata calda, perché scenderanno in campo Napoli, Pomigliano e Fiorentina in un vero e proprio spareggio salvezza, mentre il Napoli, sempre alle 14:30, giocherà contro l’Empoli, che invece è già salva matematicamente. Sarà una domenica importante, e ci auguriamo che non possa essere una lotta fratricida fra Napoli e Pomigliano.”
Sul professionismo del Calcio Femminile
“Io credo che, come molti addetti ai lavori hanno detto negli ultimi giorni, che questo debba essere non un punto di partenza, ma di prosieguo. questo inizio di crescita del movimento femminile è nato con la Juventus e la Fiorentina, poi sono arrivati altri grandi club, e quello è stato l’inizio. Il prosieguo quale deve essere? Queste società devono investire di più nel calcio femminile, e devono puntare a fare più spettatori rispetto a oggi, come succede già in Europa. Infine è importante la questione stipendi, dove bisognerà continuare a rendere le nostre calciatrici importanti come fanno all’estero. Si spera che che alcune squadre possano trovare l’affiliazione con i grandi club.”
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini di ‘TuttoNapoli.net’. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com
Sul progetto Napoli e il mercato
“Spalletti ha detto che questa squadra ha bisogno di fisicità, e la linea su cui la società sta operando è quella. Riguardo al centravanti, Osimhen è molto forte, ma bisogna capire come farlo rendere al meglio, perché a volte ha fatto fatica a interagire con i compagni. In caso di partenza di Osimhen, che riceverà sicuramente delle offerte mostre, un nome che mi piace è quello di Scamacca. Se prendi Barak devi giocare a tre in mezzo al campo devi avviare, di conseguenza, un discorso tattico diverso rispetto a quello attuale, ma devi anche capire cosa fare con Zielinski e con gli altri centrocampisti in rosa, e riadattare il modulo di conseguenza. Il Napoli deve fare delle scelte, e questo è il momento delle scelte, e il Napoli deve capire come vuole evolvere il progetto. Bisogna capire che per poter alzare la competitività bisogna arrivare prima degli altri, ricominciare ad arrivare per primi su certi giocatori.“
Sulla stagione di Spalletti
“Spalletti ha commesso un errore, perché non può pensare di dire di lottare per lo scudetto all’inzio e poi tirarti indietro e dire che la qualificazione in Champions è un grande risultato. Il rimpianto lo devi avere, specialmente se perdi punti importanti contro le piccole. Sicuramente il voto complessivo è positivo, ma bisogna anche ricordare le tante cose che potevano essere fatte meglio, sia in Italia che in Europa. Lui in sostanza ha fatto bene, ma non benissimo, se merita la riconferma non lo so, perché se ad esempio penso ad Italiano, penso ad un progetto in crescita, mentre se penso a Spalletti, penso che l’anno prossimo la musica sarà più o meno questa.”
Su Zielinski
“Lo scorso anno abbiamo visto il miglior Zielinksi di sempre, perché giocava in un modulo totalmente calzante a lui. Sicuramente ci sono state problematiche anche legate al Covid, oltre che dal punto di vista tattico. Ma secondo me lui deve giocare al centro in un 4-2-3-1, è il suo modulo ideale e in quella posizione ha dimostrato di fare la differenza.”