L’allenatore del Bologna aveva convocato a sorpresa una conferenza stampa e durante il suo intervento ne ha chiarito i motivi: “Dalle ultime analisi sono emersi campanelli di allarme e potrebbe presentarsi il rischio di una ricomparsa della malattia. Per evitare che accada mi è stato consigliato di intraprendere un percorso terapeutico che possa eliminare sul nascere questa ipotesi negativa”.
Nuovo stop quindi per Mihajlovic, che scoprì nell’estate del 2019 una forma di leucemia mieloide acuta, una malattia del sangue che si sviluppa nel midollo osseo: aveva rischiato la vita e riuscì a guarire solo dopo lunghi cicli di cure specifiche e un trapianto di midollo.
“Come sapete svolgo ciclicamente delle analisi molto approfondite dopo che due anni e mezzo fa sono stato colpito da leucemia mieloide ad alto rischio. Sapete tutti qual è stato il percorso che mi ha portato ad un trapianto di midollo”, svela Mihajlovic, apparso comunque sereno nel corso della conferenza rispetto al primo annuncio di qualche anno fa.
“In questi anni la mia ripresa è stata ottima, ma queste malattie sono subdole e bastarde”, ha dichiarato il tecnico, chiedendo di rispettare la sua privacy e di restare vicini al Bologna in un momento così delicato.
“Questa volta non interverrò in scivolata su un avversario lanciato in corso ma giocherà di anticipo per non farlo partire. Si vede questa malattia è molto coraggiosa per avere voglia di affrontare ancora uno come me”.
“Io son qua se non gli è bastata la prima lezione. All’inizio della prossima settimana mi dovrò assentare e mi dovrò ricoverare all’ospedale Sant’Orsola. Al contrario di due anni e mezzo fa, questa volta mi vedete più sereno, so cosa devo fare e la mia situazione è diversa”.
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